Una ragazza piccolina, timida un giorno si presentò ad un provino per un gruppo della scena inglese senza ancora uno stile ben definito, in pieno ricambio di organico e in cerca disperata di una voce. Quando i musicisti sentirono quella piccola ragazza cantare non ebbero nessuno dubbio, avevano trovato ciò che volevano e i Renaissance II potevano iniziare la loro attività.

Annie Haslam non è una semplice voce di una rock-band, lei incarna la perfezione del canto, l'intonazione e soprattutto ha un'estensione incredibile della voce, basti ascoltare in "Prologue", disco del 1972 d'esordio, "Sound Of The Sea" per rendersi conto della potenza espressiva di questo soprano, sì perchè lei non è una dilettante, è una che il canto lo ha studiato sul serio.

I Renaissance percorrono tutti gli anni '70 definendo un suono molto vicino alla musica classica, citando spesso i compositori russi e dell'europa dell'est, ma mischiando anche motivi medioevali, folk e nell'ultimo periodo pop. I dischi più simbolici del loro stile sono i primi, "Ashes Are Burning" su tutti, ma questo "Azur D'Or" del 1979 mi ha fatto conoscere la band e, se pur appartenga alla loro ultima produzione, esprime ancora molto il tipico suono del gruppo, con qualche aggiustamento pop gradevole quà e là nei brani.
L'inizio è affidato a "Jekyll And Hide", un brano brioso, veloce con arrangiamenti per synt perfetti e la voce dell'Haslam fa splendidamente il resto, il testo è scritto dalla storica paroliera della band, la poetessa inglese Betty Thatcher. Con un bel basso dai toni mutevoli si apre "The Winter Tree", perfezione musicale, una canzone solo bella, con la voce di cristallo della Haslam sempre determinante per la resa finale del brano.

Camp, il bassista, firma anche la gradevole "Only Angels Have Wings", retta musicalmente solo sui sintetizzatori e cantata dallo stesso bassista. I Renaissance danno il meglio in brani come "Friends", "Secret Mission" e "Forever Changing" in cui abilmente uniscono la loro predilizione per la melodia classica con un uso del pop calibrato, per esempio i cori o la chitarra elettrica, mai più suonata in un loro lavoro dal 1972, mantengono quindi l'uso della 12 corde e delle atmosfere dilatate e mai troppo facili, nel brano finale poi, "The Flood At Lyons" il gruppo è ancora capace di toccare vertici grandiosi, la voce di Annie nel ritornello mette i brividi .

La loro attività continuerà ancora per qualche anno, fino al 1983 con la pubblicazione di "Time Line", ma subito dopo "Azure D'Or" persero la vena migliore e ripiegarono su del pop più semplice. Non sono famosissimi, ma per chi conosce il prog e il rock in genere sono molto noti, soprattutto negli USA e in Europa del nord, in Italia un po' meno ma è ora di rimediare.

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