"Credevamo di avere ragione, invece avevamo torto. Solo che allora non lo sapevamo..."

Italia, anni '70. Spesso, le dita di una o di entrambe le mani diventavano simboli. Le "streghe" univano i pollici e gli indici estesi al limite per rivendicare la loro più potente arma di difesa et/aut di attacco del mondo.

I manifestanti di "sinistra" estendevano il pollice al limite, univano l'indice e il medio, e facevano rannicchiare anulare e mignolo nel palmo della mano destra o sinistra. Questo per rivendicare la P 38, arma valida ad eliminare un nemico politico, un "fascista". L'altra mano spesso reggeva l'asta di una bandiera, uno striscione o brandiva una chiave inglese di marca Hazet, n.36, per lo stesso motivo. Erano gli anni della violenza. Cieca, inutile, velleitaria, folle, assurda.

Sergio Segio era uno di quei militanti che credevano di fare una rivoluzione giusta. Uno di quelli che urlavano slogan spesso ricorrenti nelle manifestazioni politiche extraparlamentari dell'epoca. Tipo: "Pagherete caro, pagherete tutto!" oppure "Hazet 36, fascista dove sei?". Cose da pazzi. Potevi essere UCCISO o PESTATO A SANGUE se commettevi alcuni reati, tipo  azzardarsi ad indossare un eskimo, una kefiah, delle polacchine, essere sospettati di appartenere ai rossi, o ai neri, frequentare quel bar o abitare in quel quartiere. Reati da codice penale, da condannare. Allora.

Sono stati tanti gli innocenti a pagare per quella violenza assolutamente gratuita e del tutto idiota. Pagavano passanti che portavano a passeggio il cane, giudici, poliziotti, baristi, studenti. "Prima Linea" voleva emulare le Brigate Rosse: stessi volantini, stesse azioni criminali, stessi obiettivi, stesse rivendicazioni. Le BR, purtroppo erano ben altro, avevano anche legami e coperture in alto, MOLTO in alto. Gente che rivendicava e lottava per il comunismo ma che di comunismo non capiva un cazzo. Cosa potevi aspettarti se poi c'era anche LO STATO a proteggerli? Pagine che vorremmo dimenticare ma non possiamo.

Bel film del giovane ma interessantissimo Renato De Maria, che con coraggio non comune, racconta una storia difficile, che si vorrebbe cancellare. L'utilizzo di colori freddi e scenografie abbastanza spoglie è totalmente azzeccato per rendere plumbea (è proprio il caso di dirlo) l'atmosfera fredda e greve di quegli anni. Buone le ambientazioni e interessante anche la scelta di far scorrere la pellicola a narrazione alternata, dalle memorie del terrorista in carcere alle azioni terroristiche appena raccontate, dalle immagini di repertorio alla pianificazione dell'evasione di Susanna Ronconi, la compagna del Segio, dal facilmente espugnabile carcere di Rovigo. Alcune scene sono davvero toccanti e allo stesso tempo infami e ciò è dovuto all'intelligente collocazione di esse nel montaggio e alla bravura del regista nel colpire al cuore. Veggasi l'omicidio del giudice Alessandrini dopo l'ultima carezza al figlioletto all'ingresso della scuola o lo stupore del passante che rincorre il cane prima della deflagrazione di un'autobomba nella sequenza dell'evasione.

Buona prova di Scamarcio anche se quasi totalmente privo di pathos. Bella la Mezzogiorno, pura, dolcemente violenta (scusate l'ossimoro) e a volte troppo "silenziosa". A quegli idioti, per usare un eufemismo, che hanno attaccato la pellicola senza averla visionata, accusandola di "apologia del terrorismo", propongo di infilarsi la lingua in un celebre antro e parlare a ragion veduta. Questo film è tutto l'opposto e basta stamparsi in mente le dichiarazioni di Scamarcio/Segio all'inizio del film per capirlo.

La lista delle vittime di quegli anni è lunga e mi dispiace non elencare tutti per omaggiarli. All'uopo dedico questa recensione a coloro che sono stati menzionati o ricordati nel film.

Per non dimenticarli. Mai.

Milano, 12 dicembre 1969 - PIAZZA FONTANA, Innocenti

Milano, 18 maggio 1973 - QUESTURA DI VIA FATEBENEFRATELLI, Innocenti

Brescia, 28 maggio 1974 - PIAZZA DELLA LOGGIA, Innocenti

Milano, 16 aprile 1975 - CLAUDIO VARALLI, Studente

Milano,  17 aprile 1975 - GIANNINO ZIBECCHI, Studente

Roma, 16 MaRZo 1978 - VIA MARIO FANI, Scorta dell'On. Aldo Moro

Milano, 29 gennaio 1979 - EMILIO ALESSANDRINI, Magistrato

Torino, 18 luglio 1979 - CARMINE CIVITATE, Barista

Rovigo, 03 gennaio 1982 - ANGELO FURLAN, Passante

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