"Il male può essere trovato ovunque, ma non vincerà mai finchè ci saranno abbastanza valorosi che lo combatteranno" (Luca Turilli)
Come avrete capito dall'incipit la band che mi accingo a recensire è la più grande band metal italiana mai esistita. I Linea 77, dirà qualche poser, ma queli linea 77, i Rhapsody (Of Fire).
Il loro secondo disco, "Symphony Of Enchanted Lands", datato 1998, è un capolavoro epocale, uno dei dieci migliori dischi degli anni '90, una di quelle cose che non smettono mai di farmi battere il cuore e sentirmi orgoglioso di essere italiano.
La copertina rappresenta un guerriero a cavallo di un drago rosso, che fronteggia un drago nero cavalcato da una figura macabra: l'allegoria dell'eterna lotta (intesa come battaglia, non come il bassista Alessandro Lotta) tra il bene e il male.
Siete pronti a esplorare l'affascinante universo dei Rhapsody? bene, pronti...via! Si parte con l'intro "Epicus Furor": violini e cori solenni maschili e femminili, che ci introducono a "Emerald Sword". Una canzone power metal? sbagliato, "Emerald Sword" è LA CANZONE POWER METAL, 4 stupendi minuti di turbinanti e vorticose emozioni che prendono davvero l'anima, un inno senza tempo che parla direttemente al cuore dell'ascoltatore. "The Wisdom Of Kings" è introdotta da un motivo flautistico, che dà un'illusione di calma fino all'accelerazione che dà inizio a un'altro stupendo inno power, con un ritornello cantato dalla perfezione dalla voce stupenda di Fabio Lione (una via di mezzo tra James LaBrie e Tony Martin, unico per le emozioni che riesce a dare) "Heroes Of The Lost Valley" è un breve e rilassante intermezzo sinfonico, per riprendere un po' di fiato dal turbinio emozionale delle precedenti 2 canzoni e prepararci ai sette epicissimi minuti di "Eternal Glory" Più complessa e sinfonica di ES e WOK ma ugualmente emozionante ed evocativa. Un sinistro ululato di lupi ci intoduce a "Beyond The Gates Of Infinity", canzone più oscura delle precedenti che descrive paesaggi infernali abitati da demoni malvagi con una forza visiva quasi filmica. "Wings Of Destiny" è una stupenda piano-ballad, struggente e bellissima poesia che descrive le bellezze dalla natura; troppo spesso i testi dei Rhapsody sono stati confusi con quelli dei Manowar, qui non c'è l'esaltazione del metal, solo poesia e basta.
Molto ardita, oserei dire sperimentale "The Dark Tower Of Abyss" che ci propone strani inserti sinfonici che conferiscono alla canzone meno immediatezza del resto dell'album ma un'innegabile fascino. "Riding The Winds Of Eternity", introdotta appunto da un fruscio di vento, ci riporta e sonorità più strettemente power e accessibili, con un Daniele Carbonera davvero divino , preparandoci così alla fine del nostro viaggio nella terra di Algalord, ovvero la stupenda titletrack di 13 minuti "Symphony Of Enchanted Lands" che inizia con l'accorata recitazione della voce narrante, che impersona il guerriero che ha perso in battaglia il suo fedele drago e gli rende omaggio; e dà inizio alla canzone vera e propria che alterna sezioni più heavy e veloci ad altre più sinfoniche e dolci (una sezione è addirittura cantata da una cantante lirica), per andare a chiudersi con il dolce e medievaleggiante suono di un flauto, che mette la parola fine a questo divino, stupendo, immortale album di questa band che ha dato una scossa e ha saputo dettare le regole (emulati anche dai Manowar) nel movimento epic metal. Concludo la mia disamine proponendo "Emerald Sword" come nuovo inno nazionale.
"FOR THE KING, FOR THE LAND, FOR THE MOUNTAINS
FOR THE GREEN VALLEYS WHERE DRAGONS FLY
FOR THE GLORY, THE POWER TO WIN THE BLACK LORD
I WILL SEARCH FOR THE EMERALD SWORD"
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