La prima recensione della mia tumultuosa esistenza è dedicata al cd che meno mi è costato acquistare.
Per la somma di lire italiane 3900 portavo à la magione questo cd del leader degli allora già sciolti Cars, gruppo che in Italia è ai più conosciuto per la superballad "Drive", ma che negli USA è riconosciuto come uno dei più influenti, dei più coverizzati ed alla cui eredità oggigiorno aspirano nugoli di sbarbati e non.
D'altronde sembra ma non è facile piazzare una superhit dietro l'altra, poi convertirsi ad un electro-beat senza perdere la propria identità di rock'n'roll band, e sbancare di nuovo! Ed è ancora più difficile sciogliersi (per volere di uno solo, e cioè Ocasek), anziché replicarsi all'infinito...

Detto ciò l'Ocasek che è qui in questo lavoro, è un rocker un po' indeciso se intraprendere una strada "cantautorale" (è sempre stato l'unico e solo autore dei suoi brani quanto di quelli dei Cars) nell'accezione di "artigiano del pop-rock" o ricoprire una veste più audace, più hard, come spesso gli tocca fare quale produttore (band come Nada Surf, No Doubt, Weezer, Bad Brains, Bad Religion, Black 47 e chissà quante e quali altre). Ma si proceda con i pezzi in carrellata:

1. "Rockaway" è esempio di come si possano ancora comporre bei pezzi rock con due accordi due. C'è tutto: crescendo, ritornello con coretti gospel femminili (a sostegno per quasi tutti il disco della flebile voce di Ric lo stralunato), assolino di chitarra, momento solo chitarra-batteria-cori manco fosse "Paradise City" dei Guns. Ocasek canta ancora un po' singhiozzante, ma gli anni 80 sono una brutta bestia, soprattutto per chi in quel decennio si è procurato denari e glorie. voto 7 + 1/2
2. In "Touch Down Easy" ritornano, seppur delicate, le tastiere. Canta la strofa un'ottava sotto ed il ritornello una sopra, chitarre arpeggiano e rifiniscono per tutto il brano, assoletto e poi si ricomincia... Un'ottava sotto, ritornello un'ottava sopra... Anni 80 allo stato puro... non direi. Direi piuttosto anni 80 all'80%. Voto 6
3. "Come Back" è la perfetta Ocasek song. Ritmica e vocetta simpatica, tastierine, scivola facile facile. Il tutto dannatamente banale e godibile. 6 +
4. Se fino a qui ci si era divertiti, con "The Way You Look Tonight" si risprofonda nelle notti newyorkesi, ci si abbaglia nelle "Mille Luci Di New York", alla ricerca di Michael J. Fox e di Kiefer Sutherland. Dico "si risprofonda" perché "Heartbeat City" dell'omonimo disco e altri pezzi come "Go Away" in Door To Door, "Hello Darkness" in Ths Side Of Paradise avevano già reso l'idea, E l'avevano fatto con esiti migliori. Ah, dimenticavo, l'idea è la seguente: Ric Ocasek è un animale occidentale, precisamente un animale da metropoli occidentale, più precisamente un animale notturno da metropoli occidentale, più che precisamente un animale notturno minamalista da metropoli occidentale, al pari dell'autore de "Le Mille Luci Di New York"... Ovviamente vive a New York, anzi direi è un NewYorkdipendente (come il più famoso Lou Reed) pur essendo di Boston, ed è cresciuto artisticamente a beatniks ed a pop art.   Inoltre Ocasek è ossessionato da un tema: la solitudine dentro di noi, dentro a un'auto che sfreccia per i boulevard, come dentro al locale più affollato della metropoli più affollata della metà mondo definita "del benessere". Ma la canzone non è un granché, se la comparate alla sognante "Heartbeat city". Voto 5
5. "All We Need Is Love" è un titolo più che prevedibile per un reggae, non trovate? Ed allora Ocasek, che come abbiamo detto nutre enorme passione per la supermelodia, tira fuori questo reggae tutto tastiera.  Un cantato che avrebbe dovuto essere spensierato, napoletano quasi, e che invece, è giusto dirlo, fa schifo. Meno male che c'è il gentil sesso ai cori. Fosse stata composta ai tempi dei primi dischi dei Cars, sarebbe stata una superhit. Ma siamo nel 1990 and the kids wanna rock!!! 5
6. "Over And Over". Tipica ballad nel suo stile. Lenta,  "precisa", 4 parole contate, lunghi arpeggi tra un verso e l'altro, riempiti dagli "ooh" delle coriste. Bellini l'assolo e la tastierina che sale prima che il ritornello cominci per creare un po' di pathos. 6 - -
7.  "Flowers Of Evil". Io lo lascerei in pace, Baudelaire. Lui lo cita e lo ringrazia pergiunta, oltre alla moglie Paulina, all'amico Alan Vega, e ad altri che non conosco. Lo lascerei in pace, soprattutto per un pezzo quasi funky, spoken word, con un accordo solo, che se lo riascolti bene sembra una sigla (bocciata) per un telefilm poliziesco anni 70 tipo Starsky & Hutch. Solo di horns e velata critica sociale sulla deriva della barca a stelle e a striscie. Baudelaire meriterebbe qualcosina in più, non trovate? 4
8. "They Tried". Che succede? Ocasek con una chitarra acustica? Quando costui intitola una canzone "They Tried" vuol dire che questo "They Tried" sarà ripetuto a lungo. In effetti lo ripete, su 38 versi complessivi, ben 39 volte, Altre statistiche? Dei 38 versi solo 17 non iniziano con "They Tried". Di questi 17 versi, 16 cominciano con "They". Di tutti e 38 i versi, non ve n'è alcuno che non inizi con una parola che abbia per prima lettera una "T". Infatti oltre ai 20 che iniziano per "they tried" ed ai 17 che iniziano con "they" ne rimane uno solo (quello finale) che comincia con "to". Da notare inoltre come le lyrics sul booklet vedano enormi differenze rispetto al cantato, in questo brano più che in altri, anomalia tipica nei brani dei Cars e non solo. Avete delle teorie sul perché di ciò? Voto alla canzone 7 (mi piace)
9. "Keep That Dream" è il punto di snodo del disco. Si notano caratteristiche della forma-canzone dei brani dei primi 2/3 di questo cd e altre topics del restante 1/3. In sintesi: cantato più aggressivo, chitarra ritmica più marziale, alta nel volume ed incalzante, nella quiete prima della tempesta-ritornello coretti femminili soffusi,  e poi ritornello appunto ricco di ottoni... L'emblema della dualità di questo disco è l'assolo di chitarra, che comincia alla fine di un ritornello, discreto,  blues, per poi esplodere e divenire metallico. Da qui l'inizio di un disco "duro", un disco che rappresenta meglio la copertina con questo tizio con gli occhiali da sole pure quando nuota sottacqua che si mette in posa da gran pensatore in m, ezzo ad arancioni palle infuocate. Voto 8
10. "Balance". Tutto chitarre, sempre marziali, che stavolta segnano il passo, ed un Ocasek insolente che sembra avanzare insinuazioni, piuttosto che cantare. Questo è il terz'ultimo brano.  Paragoniamolo assieme al terzo ("Come Back")... Un po' disomogeneo il lavoro, non trovate? E le trombe, dove sono finite?
11. "Mister Meaner". Synth rock stile Ocasek navigatore interstellare di un'astronave che forse non vuole più decollare. E' dal 1989, anno di ingresso nel mercato della Fiat Tipo Digit,  che la comunità mondiale non avverte più l'esigenza di trovarsi a bordo di un'astronave, e che quindi questo genere musicale non lo rimpiange più nessuno. Eppure il brano è "bellino", arioso, per così dire. Voto 5 + 1/2
12. "Fireball Zone". Ocasek parla e grida su una ritmica ancora neo-nazi. Solo di Nile Rodgers e supersolo di keyboards, finale di fuoco. 6 +

Questo avrebbe potuto essere un anacronistico disco di Ocasek pop-rock songs con un paio di sperimentazioni (gospel e soul) in più a "speziare" il tutto; avrebbe anche potuto essere un fottuto rock-cd come richiesto espressamente da ogni 18enne che fosse 18enne nel 1990 (io ero un 14yo).

E se Ocasek fosse stato un genio, sarebbe stato un disco di hard-rock-soul come nel brano migliore, "Keep That Dream", ovvero un disco veramente diverso, un masterpiece.

Ma mi accontento di un Ocasek Ric, intellettuale ed artista, uno semplicemente che sa scrivere delle buone canzoni. In altri dischi, magari, con esiti migliori.

3900 lire italiane ben spese, si direbbe

Elenco tracce e video

01   Rockaway (04:21)

02   Touch Down Easy (04:12)

03   Come Back (04:20)

04   The Way You Look Tonight (04:38)

05   All We Need Is Love (04:57)

06   Over and Over (05:30)

07   Flowers of Evil (04:42)

08   They Tried (03:53)

09   Keep That Dream (04:26)

10   Balance (04:42)

11   Mister Meaner (04:50)

12   Fireball Zone (04:24)

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