Un passato glorioso non va mai rovinato.
E infatti Richie Kotzen questo lo ha bene a mente. Poison e MrBig lo hanno consegnato alla popolarità musicale, oltre ai suoi dischi solisti.
Forse stanco delle solite sonorità hard rock e dei soliti funambolici solismi Ritchie Kotzen torna sulle scene con “Into the black”.
Senza troppa paura dico che è un bel disco, bello davvero. Ma oltre a questo c'è da dire che bisogna dimenticare appunto il vecchio Kotzen. Ciò che mi trovo tra le mani è un disco dolce e ricco di melodia, scandita dalla voce molto melodica e particolare di Richie. Tutte ballad quindi? Si, dal forte gusto che caratterizzava i MrBig con un attentissimo lavoro di arrangiamento e di suono. Tra le atmosfere pop infarcite di blues questo disco scivola veloce lasciando la sensazione che anche questa volta Kotzen abbia fatto centro.
Lontano parente del precedente “Get Up”, il docile hard rock del disco prende corpo con la prima, leggermente aggressiva “You can't save me”, caratterizzata da un ritornello abbastanza scurrile, ma poco importa: una canzone direi quasi perfetta e semplice. Da contraltare parte con un arpeggio pulito “Missunderstood” che si caratterizza anche da un breve ma deciso assolo. Finora l'atmosfera rimaneva su toni decisamente aggressivi, ma con “Fear" l'atmosfera si placa. Kotzen ci regala momenti di forte carisma musicale. Non dimentica la lezione appresa negli anni con i grandi nomi, e riesce a donare anche a queste canzoni una forte dose di qualità e degli arrangiamenti che trasudano professionalità e qualità. Lo si evince già da “The Shadow”, anche se è una canzone troppo figlia di “Shine” dei Mr Big, ma piacevole e si lascia ascoltare senza troppe pretese.
La malinconia fa capolino in “Doin what the devil says to do”, una ballad dolce e lenta, dalle reminiscenze blues e pop, mentre è caratterizzata da un dolce Rock&Roll “Till you put me down”. “Sacred Ground” è imponente come brano e ci mostra le doti vocali di questo chitarrista, che, a mio avviso, farebbe sfigurare tantissimi cantanti del genere. Sicuramente il brano dalla sonorità più dura e rock, arricchito con un lungo assolo. Il ritmo continua con “Your Lies”.
Chiudono in bellezza la dolcezza acustica di “Livin in bliss”, che mi ricorda molto i passati acustici di Mr Big (un po' di Static è presenta in questa canzone), e “My Angel”, forse il brano più melenso, ma di grande impatto e molto atmosferico. Molto radiofonico forse, ma sicuramente un pezzo bellissimo.
Dimenticare l'hard rock più verace a cui mi aveva abituato Kotzen è facile con questo bel disco. Sicuramente non si grida al miracolo, in fondo, manca un po' quel tiro, quell'aggressività che spesso Kotzen usava nella sua musica, ma la musica è sicuramente di qualità, la melodia non manca, la tecnica messa leggermente in disparte per favorire l'omogeneità delle canzoni e degli arrangiamenti.
Un prodotto bello, per nulla deludente.
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