Attenzione: nella recensione che segue viene svelata, del tutto o in parte, la trama dell'opera. Siete avvisati...

Sul finire degli anni settanta, l'utilizzo degli effetti speciali nel cinema, trainato da film come "Guerre Stellari", diventa massiccio, e permette a Ridley Scott di dare una lettura attualizzata e tecnologicamente al passo con i tempi di uno dei "miti" più frequentati della fantascienza degli anni d'oro: l'invasione di una creatura aliena ed ostile. In questo senso hanno fatto scuola film come "La Cosa Da Un Altro Mondo", del 1951: in un ambiente isolato e claustrofobico troviamo un gruppo di persone, che possono contare solo sulle proprie forze per fronteggiare l'arrivo di un mostro di un altro pianeta, spesso potente ed scaltro, intenzionato a decimarli. Scott porta alle estreme conseguenze questo paradigma: quale ambiente può essere più isolato e claustrofobico di un astronave che viaggia nello spazio, a milioni di miglia dalla terra?

La nave da carico Nostromo, sulla rotta di un lungo viaggio di ritorno verso la Terra, con l'equipaggio in animazione sospesa, intercetta un segnale di soccorso proveniente da un pianeta inesplorato. L'equipaggio decide di scendere sul pianeta; durante la ricognizione uno dei membri viene in contatto con un essere extraterrestre che, pur lasciandolo in vita, si avvinghia indissolubilmente al suo corpo. Ignorando gli ammonimenti dell'ufficiale in seconda Ripley (la "cassandra" della situazione), il comandante decide di riportare il suo uomo all'interno dell'astronave, nella speranza di salvarlo. Tragico errore: i nostri si troveranno a fare i conti con un orrendo alieno, una perfetta e quasi invincibile macchina di morte selezionata da una crudele evoluzione. Il classico figlio di puttana astuto come il demonio, che elude tutte le trappole dell'equipaggio, e li ghermisce uno ad uno, come un ragno al centro della tela...

Il film si impone da subito per la sua cupa visionarietà, e diventa rapidamente un pezzo di immaginario collettivo del pubblico e degli autori del genere. Non si potrà più parlare di "mostri cinematografici" senza menzionare l'orrida creatura di H.R.Giger, un artista che trasforma in realtà i suoi ed i nostri incubi. Nonostante la profusione di particolari raccapriccianti, Scott è piuttosto parco nel mostrarci l'alieno, che ci appare nelle sue spoglie complete solo nel convulso finale. Questo approccio si potrebbe definire "erotico", contrapponendolo a quello "pornografico" dei film horror dei nostri giorni, dove nulla è lasciato all'immaginazione dello spettatore.

Numerosi altri piani di lettura saltano all'occhio. C'è la critica feroce, anche di maniera se vogliamo, alla tecnocrazia braccio armato del capitalismo, impersonata da un ufficiale tecnico pronto a sacrificare l'intero equipaggio per portare sulla terra l'alieno e a trasformarlo in un'arma micidiale, a maggior gloria della multinazionale che ha finanziato la missione. A questa si contrappone l'atteggiamento puramente istintuale di Ripley, l'eroina del film, decisa a proteggere la sua vita con la stessa disperata irrazionalità di una leonessa che protegge i propri cuccioli. La resa dei conti tra Ripley ed il mostro è in realtà una sfida di pulsioni primordiali, una lotta tra due feroci istinti di sopravvivenza.

Memorabile la scena della truculenta "nascita" dell'essere di fronte ad una tavola imbandita; assolutamente funzionale la scenografia, con un'astronave che è un dedalo di corridoi, nei quali l'equipaggio vaga come un gruppo di cavie impazzite durante un crudele esperimento. Degna di nota la scelta di una colonna sonora appena accennata, spesso assente, ad avvolgere di silenzio le scene più cupe e inquietanti.

Un film imprescindibile, che ha generato moltissimi cloni e proseliti, e che a distanza di trent'anni mantiene inalterato il suo fascino.

Carico i commenti... con calma