Ringo era il più scarso dei quattro, non aveva un aspetto bellissimo, sempre malaticcio e fragile di costituzione, ma aveva un enorme senso dell'umorismo che lo ha aiutato nei momenti difficili e che gli ha permesso di costruire una carriera solista più che dignitosa e molto ricca.

Naturalmente non sono grandi lavori, per lo più sono giochi o prese in giro molto orecchiabili specchio dell'artista che li ha incisi, ma alcuni sono godibili e rendono giustizia alla voce nasale di questo buffo personaggio della scena del rock. "Goodnight Vienna" vede la luce nel mese di Dicembre del 1974 e nonostante sia trainato da qualche facile canzoncina, "No No Song", non riesce a sfondare e si piazza al trentesimo posto nella classifica britannica; per Ringo è iniziato il periodo del riflusso dopo i fasti commerciali di "Ringo" e tutto il resto della sua carriera sarà segnato da successi molto modesti.

Il disco viene registrato a Los Angeles e vanta la collaborazione con il vecchio collega e amico Lennon che compone la title track, che proprio aperta da John alla voce è una canzone scanzonata condita da ottoni squillanti e un ritmo indiavolato per un testo leggero il cui titolo non ha nulla a che fare con la capitale austriaca ma è semplicemente un modo di dire inglese (una sorta di imprecazione). Segue la scialba "Occapella", primo di una serie di standard americani molto amati da Ringo ma che non rendono molto con la sua voce, molto meglio "Oo We" con Dr John al piano e Klaus Voorman al basso per un brano ancora una volta scoppiettante con un coro femminile molto azzeccato. "Husband And Wives" è una canzone acustica che dovrebbe essere interpretata con ben altri toni, e non come una lagna infinita da Ringo, bellissimo l'inedito di Elton John, "Snookeroo", che continua sui toni ballabili e divertenti che fanno di questo lavoro un prodotto godibile. Le canzoni scritte da Ringo, "All By Myself" e "Call Me" non stonano ma non sono esempi eccezionali di composizione, del resto la più bella canzone scritta da Ringo è la spassosa "Octupus's Garden" su "Abbey Road" in cui gli altri quattro gli reggono tutto a meraviglia.

Per il resto una versione di "Only You" dei Platters molto curiosa e riuscita e una reprise finale di "Goodnight Vienna" con ancora un Lennon scatenato insieme a tutta la banda che ha preso parte alla lavorazione dell'album. Un disco quindi che si può ascoltare, è facile ed è divertente, certo Ringo non ha una grande voce, infatti quando vuole fare il Sinatra stona troppo, ma alla fine si apprezza.

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