Metropolis Fritz Lang 1927.

Metropolis Rintarō 2001.

Non so se il grande Fritz fosse stato consapevole, probabile, del fatto che un giorno le sue visioni, le sue riflessioni più profonde e candide si sarebbero trasformate in leggenda, unendosi nella pellicola di quel lungometraggio fantasioso, per quanto solenne di Metropolis.

Metropolis di Lang è un film di denuncia sociale che si scontra con la tirannia dei potenti. È amore sincero... bontà adoperata per scaldare gli animi turbati, abbandonati all'incoscio balatro di un triste destino.

Metropolis è fantascienza pura, il primo film che consacrò il genere.

Metropolis è anche fantasia ingenua adolescenziale... insomma se non l'avete ancora capito Metropolis ha fatto la storia del cinema.

Da quel lontano cinema espressionista tedesco ne è passata di acqua sotto i ponti, d'altronde dall'altra parte del mondo nel paese del sol levante, in tempi più recenti (anno domini 1949), "il padre dei manga" Osamu Tezuka rese parsialmente omaggio al film di Fritz Lang con una storia totalmente diversa ma superba e assurda nello stesso tempo.

Nel 2001 l'anime Metropolis di Rintarō diventò in poche settimane un vero e proprio culto in Giappone, ma non nel resto del mondo peraltro. Questo film d'animazione per me non è bello, ma bellissimo, rappresenta un concentrato di poesia che si specchia in un ruscello di montagna dalle acque cristalline immergendosi nelle anime sognanti dei due grandi personaggi...

Le similitudini con il film di fantascienza tedesco ci sono, come del resto ci sono con quelle del manga di Tezuka. Dulcis in fundo per impreziosire di più l'anime, la sceneggiatura viene affidata a Katsuhiro Otomo.

Rintarō lavorò per ben quattro anni alla realizzazione del film, usando una tecnica particolare chiamata "cell animation" che consente la digitalizzazione dei disegni realizzati con metodi tradizionali, per poi successivamente animarli in sequenza come veri e propri cartoni animati.

Una tecnica che necessita di tempo e manodopera certosina, per fare in modo di portare in un contesto analogico l'animazione digitale stessa. Rintarō limitò al massimo la tecnologia CGI, e il risultato è spettacolare almeno dal mio punto di vista, i colori sono accesi, vivi, stucchevoli se vogliamo, lo stile grafico inoltre è rimasto fedele alle tavole di Tezuka, rendendo l'anime di una particolarità del tutto unica.

La storia.

In sintesi: l'investigatore privato Shunsaku Ban arriva nella città di Metropolis sulle tracce di uno scienziato criminale che traffica organi umani. Il Duca Red detta legge nella città, avendo fatto edificare una torre chiamata Ziqqurat per l'utilizzo di esperimenti illegali sfruttando le macchie solari. Il dottor Laughton sta dando vita, sotto la supervisione del Duca, all'essere supremo Tima un replicante biologico sintetico.

Tima è di animo caritatevole e soffre nel vedere i robot resi schiavi dagli umani... Kenichi, il nipote di Shunsaku ne è innamorato. Il replicante ricorda la bella Brigitte Helm, che interpretò il doppio ruolo di Maria...

La Ziqqurat rappresenta la torre di Babele, per cui quella smania di raggiungere la grandezza di dio radicata nel DNA dell'animo umano, che non farà di Metropolis un'opera divina certo, ma senza dubbio un'opera di pregio che affascina e fa riflettere.

Un film che considero un grande classico del cinema d'animazione giapponese. Del resto il nome stesso lo conferma.

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