Come cazzo si fa a perdere zero a due col Chievo che è l'anticalcio, quando hai Zeman dalla tua. Con Ibarbo unico uomo in campo. L'idea che Mauro (Massimo) potesse avere ragione, con quel sorrisetto saccente come il classico tipo da bar che ne sa sempre e comunque più degli altri su tutto, rincara la dose di incazzo. Sono amareggiato. Forse certo calcio offensivo è veramente anacronistico e d'altronde il Chievo è alla quinta stagione consecutiva in A: senza tifoseria, con una fondazione e un ventennio da Opera Nazionale Dopolavoro Chievo, a giocare chiuso e codardo, quale che fosse l'allenatore. Vincono sempre i paraculo e quelli bravi a cancellare l'onta dalla storia: pure da quella più recente e meno grave, se la vetta della classifica è quella che è.

Il collegamento tra tutto ciò e i Rivka non esiste, ma al triplice fischio li ho messi in cuffia e ora va molto meglio. Pace sempre e comunque. In questo disco c'è tanta pace, tanto riverbero e tanti processi sulle voci: Rose canta, eterea e a tratti vagamente orientaleggiante come Grimes, ma con meno boria e meno personalità; la melodia di Kid Animal prende e si lascia ricordare. Reggie Boy pure lui canta e produce un glo-fi, chillwave o come preferite, non particolarmente degno di nota. Roba da ballare piano e a testa bassa, atmosfere da dream pop futuristico molto fresco e vagamente da spiaggia, anche nell'intenzione. Niente di rivoluzionario, niente di imprescindibile, ma sempre meglio averlo che non averlo. E comunque sempre meglio di un calcio in culo.

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