La neve per la settima volta in questo anomalo inverno scende sulla strada che porta a casa mia. Fa freddo, non ho voglia di uscire a spalare e così prendo un piumone e mi sdraio sul divano. Cavolo, ma perché le punte dei piedi stanno sempre scoperte? Così imbacuccato prendo il telecomando del DVD e premo play. Alla tv recentemente ho visto "Il Diavolo Veste Prada" e, la conseguente voglia di gustarmi la Meryl Streep di 30 anni fa, in una delle sue più vertiginose interpretazioni, fa sì che si stagli subito l‘immagine di una madre che dà la buonanotte al figlio. Sembra un addio tanto è dolce, triste e commovente....
"Kramer contro Kramer" è un classico. Lo avrete visto tutti almeno una volta e di conseguenza trovo futile fare una fredda radiografia wikipediana spiegandovi perché è un film indiscutibilmente da vedere. A distanza di decenni dalla sua uscita, trovo che sia sempre più adatto alla situazione sociale del nostro paese. Se infatti negli anni ‘70-'80 il divorzio e le problematiche relative alla custodia dei figli toccavano maggiormente l'America, tali cambiamenti socio-familiari sono giunti prepotentemente anche nella cattolica Italia sempre più avezza a separazioni e divorzi. Ma no, non è solo questo. In questo profondo film di Benton non ci viene descritto un processo freddo sulla tutela di un figlio. Quella è una parte (dura e superba dal punto di vista recitativo), ma non la più importante in quanto il fulcro sono le ripercussioni (sentimentali e psicologiche) che la distruzione di un nucleo familiare apparentemente consolidato può creare ai figli e ai genitori (i padri in particolare con l‘occhio di bue perennemente rivolto a Dustin Hoffman). "Kramer contro Kramer", tra le sue tragiche scene nelle quali spicca il pianto di Bill ("io voglio la MIA mamma. Perché non posso avere la MIA mamma") e la spiegazione dell'abbandono da parte del padre, ci regala momenti di puro e vivissimo amore.
Nella tragicità del divorzio e nelle descrizioni delle ferite che arreca ai figli, ci viene raccontato con dolcezza il crescente legame genitoriale che va oltre il lavoro, le difficoltà economiche, il tempo e gli impegni. Paradossalmente Ted è dovuto arrivare fino alla separazione per imparare ad amare davvero suo figlio e a gioire fino in fondo della sua crescita condividendo con lui ogni situazione; una semplice colazione, una corsa all'ospedale, una recita, l'andare in bicicletta, il farlo addormentare leggendogli una storia. Il messaggio lanciato è: non arrivate a questo. Per fare breccia sul pubblico Benton si avvale di due attori meravigliosi, forse all'apice della loro carriera e la prestazione che offrono è semplicemente superlativa fino alla lacrime finali.
Se il film negli anni '80 era diretto esclusivamente a noi maschietti, così "presi" dalla nostra personale scalata verso il successo in ambito lavorativo, adesso alle soglie del 2010 "Kramer contro Kramer" può essere rivolto anche all'altro sesso. Quello che conta è che i figli sono la cosa più importante che abbiamo. Non dovremmo mai dimenticarlo ed evitare di cercare di rimediare quando è ormai troppo tardi.
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