Musica per sottrazione o musica suonata tra interspazi di silenzio: questo è "Falling into Komëit" di Robert Lippok (uno dei fondatori dei Tarwater e dei più famosi To Rococo Rot), secondo lavoro solista che segue il debutto "Open, Close, Open", (Raster Noton label, 20029).

L'elettronica incontra mood rilassati e in certi casi, acustici (vedi "Holler") dove la voce di Julia Kliemann si fa eterea, impalpabile e sublime (l'iniziale "I Can Tell") cucendo trame emozionali tra le pulsazioni del cuore e conferendo al disco una raffinatezza d'insieme impareggiabile e dove l'orecchio disorientato vaga alla ricerca di piccoli timbri appena accennati, sonorità low-fi e ritmi "caldi e avvolgenti" pur nella loro tecnicità esecutiva elettronica (La splendida "Parade" dall'incalzare ritmico e ipnotico). Interessante anche il pezzo "Rearrange" molto parente al sound di Dani Siciliano (che recensirò a breve).

Attenzione: Nessuna rivoluzione o novità di rilievo, questo è utile chiarirlo, che non ci fa certo gridare al capolavoro, soprattutto per chi già abusa di questa elettronica "calda" e minimale (Pan American, Tortoise, To Rococo Rot, appunto...) ma comunque un lavoro eccelso e di gran classe, con un occhio di riguardo ai suoni e agli arrangiamenti sempre una spanna sopra dalla produzione media elettronica mondiale. Disco piacevolmente irresistibile...

Elenco tracce e video

01   I Can Tell (04:42)

02   Holler (04:27)

03   Parade (03:35)

04   It's a Good Thing (03:55)

05   Readymades (04:27)

06   Rearrange (04:06)

07   Saturday Night (04:09)

08   When It Starts (01:53)

09   Schemes Like These (06:08)

10   Three Hours (05:55)

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