Basato sull'omonimo romanzo della scrittrice Judith Guest "Ordinary People" è l'opera che segna il debutto alla regia di Robert Redford nel 1980. L'attore sceglie di dirigere una storia decisamente complessa e sotto molti aspetti problematica; racconta la vita di una famiglia borghese di Chicago, poco dopo la scomparsa del figlio maggiore per un incidente con la barca a vela in cui è coinvolto anche l'altro figlio (Timothy Hutton). Il lento tornare alla normalità e segnato da incomprensioni e sensi di colpa che spingono il giovane Conrad a tentare il suicidio; il rapporto con il resto della società è segnato in modo indelebile dalla sua storia e il ragazzo è costretto a vivere un conflitto continuo con i coetanei. L'amicizia con uno psichiatra aiuterà Conrad a ritrovare la sua identità perduta nel ricordo della tragedia.
Come opera prima Redford se la cava discretamente bene anche se si nota molto l'influenza del maestro Pollack. Per lunghi tratti del film lo stile è proprio quello del mentore di Redford, una regia fluida senza troppi fronzoli e con una ostentata ricerca della concretezza. Si nota anche però una certa influenza di Allen, basti notare che il regista non usa praticamente colonna sonora, l'inizio con i titoli di testa freddi senza sonoro rimandano a "Interiors" di Woody e anche i ritmi lentissimi e l'accuratezza con cui cerca Redford di risolvere i dialoghi è tipica di quell'opera del regista di New York. Nonostante un po' di prolissità in alcuni punti e forse l'eccessiva lunghezza, "Ordinary People" riesce nel suo intento di riportare uno spaccato di vita segnata dal dolore e dalla lenta rinascita. L'aspetto psicologico è curato è il regista tenta di non cadere in facili scene lacrimose spesso riuscendoci. Da notare le ottime prove di Donald Sutherland e Mary Tyler Moore nei ruoli dei genitori di Conrad. Il ruolo della madre è difficile, una donna distrutta dal dolore che si è rifugiata in una totale incapacità di comunicare con il figlio, incapace di dare l'amore di cui a bisogno Conrad in un momento difficilissimo della sua vita, "E poi cos'hanno i figli in comune con le madri ? Stronzate, stronzate superficiali: rassetta la stanza, pulisciti i denti, studia le lezioni...".
Quattro Oscar, tra cui miglior film e regia, un film con alcuni difetti ma tutto sommato riuscito e toccante.
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