Avevo letto il nome Roberta Carrieri in una locandina appesa alla casa 139 qualche mese fà. Poi per vie traverse ero arrivato al suo sito, ma per ragioni fotografiche più che musicali. Avevo provato anche ad ascoltare i due pezzi che ci sono sul sito, ma per qualche strano gioco del destino tecnologico il mio mac si rifiuta di aprire quei file. Ciò però non ha avuto presa sulla mia curiosità e alla prima occasione mi sono detto, devo andare a sentire un concerto di Roberta Carrieri. Anche perché leggendo la sua biografia la curiosità aumenta.

Ha partecipato con i Funanbolici Vargas al premio Tenco e poi con i Quarta Parete ad Arezzo Wave e poi al Premio Recanati, e infine ha vinto il Grinzane Cavour come miglior testo originale. E ora ha intrapreso la via solista anche se pur sempre accompagnata da un gruppo più o meno stabile. Ma non è solo autrice o cantante, è anche attrice. Tutto questo basta e avanza per farmi venire voglia di andare a sentirla. E l'occasione si è presentata venerdi 17 marzo, giorno sfigato per chi crede nella cabala dei numeri o fortunato nel mio caso.

Arrivo al Circolo Arci Matatu in via De Castillia, 20 a Milano un po' in anticipo, giusto in tempo per scambiare due chiacchiere con Lucia, un'amica fotografa che incontro lì, che è l'autrice della foto che mi aveva fatto arrivare al sito di Roberta. Intravedo e saluto altre facce conosciute. L'atmosfera nel locale è abbastanza buona. Inizia il concerto. Roberta sale sul palco molto caratteristico del Matatu, imbraccia la chitarra e inizia. Subito scopro una voce incredibile. Parte leggera e si inerpica su per tonalità alte da brivido con una magnifica padronanza dello strumento che è la sua voce. Va avanti così per una terzetto di brani molto accattivanti. La dimestichezza col palco, la malizia del sorriso, il lampo dei sui occhi fanno sì che la platea sia rapita, e anche se da lei spronata quasi non fiati e ascolti in religioso silenzio le canzoni, aspettando l'ultima singola nota prima di applaudire.
Dopo i primi tre brani, salgono sul palco alcuni dei volti conosciuti di cui parlavo prima e cioè Paolino "Leslie" alla batteria, Ale "Starsky della Barona" al basso e alla chitarra Francesco. E subito il suono cambia. Diventa leggermente più ruvido, le ballate sempre cantate con voce a tratti acuta, a tratti forse trattenuta, virano verso la psichedelia, un quasi grunge leggero, un sound molto americano che mi rimanda ai 10. 000 Maniacs di Natalie Merchant o la primissima Suzanne Vega, o la nostrana Paola Turci più militante, artista questa mai capita dal grande pubblico; giusto per fare i soliti paragoni che non metteranno mai d'accordo nessuno. Roberta di suo ci mette dei testi che toccano con la poesia le tematiche più disparate, una voce e una teatralità nei gesti quando si toglie dal collo la chitarra e canta una canzone dedicata a una certa Marta che nasconde qualcosa nei jeans e non pulisce mai lo specchio, brano dal testo ironico e accattivante quanto basta. La gestualità nell'interpretazione fanno ben comprendere che dietro a tutto questo c'è passione ma anche studio. Si continua alternando ballate a brani più propriamente rock, psichedelici, vagamente seventies tardo Hippies, arrivando infine ad imbastire addirittura uno yodler atipico che scatena tutta la sua estensione vocale. Brano questo che poi si sposta su sonorità e ritmica reggae di buona fattura durante il quale presenta, sembra improvvisando, tutta la band al completo.
Sarebbe finito ma poi ci deliziano ancora con un altro paio di bis davvero gradevoli. Sinceramente se avessero suonato per un'altra mezz'ora credo che nessuno di noi si sarebbe lamentato, tranne gli inquilini del secondo piano, che come dice Roberta dedicandogli un brano, le hanno scritto una mail pregandola di non fare troppo rumore e se possibile iniziare a suonare presto. E qui potremmo aprire una parentesi infinita sulla mancanza di cultura e concetto musicale nel nostro paese ma lo faremo in un altro momento.

Bel concerto, bella musica suonata da gente che si diverte a farlo e vuol divertire. Un gruppo di persone vive, amici, oltre che preparati musicisti che collaborano tra loro e con altri artisti della area Milanese, e questo per me è un aspetto davvero positivo. Unico rammarico, il fatto che Roberta non ha ancora inciso un cd e quindi visto che non posso riascoltare le canzoni devo andare a memoria che ormai vista la mia veneranda età è diventata labile. Salutandola, noto sul bavero del suo cappotto una spilla di Siouxie. Da qualche parte negli scaffali del mio cervello sfuocato trovo il file del concerto che vidi molti anni fà a Londra, e qualche somiglianza, soprattutto nelle gestualità più che nelle sonorità musicali, la potremmo anche annotare, ma la personalità e la capacità vocale di Roberta Carrieri è indubbia, e se il mio istinto non mi tradisce ne sentiremo ancora parlare in giro. Da tenere d'occhio. per informazioni: www. robertacarrieri.it

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