L'archeologia, di Vecchioni è in questi due primi LP. Si tratta di due lp di lusso, per essere acerbi, poco più di 15 canzoni che costituiscono l'anticamera agli anni settanta, anni incredibili, in cui tra i tanti capolavori italiani, il prof. inserisce otto buonissimi momenti, tra cui più di un paio di capolavori. In tutto questo non considerando 'L'uomo che si gioca il cielo a dadi', che coi suoi soli tre brani inediti è più vicino alla preistoria del prof, piuttosto che alla stagione d'oro.

Dicevo che, per essere album di debutto, quindi acerbi, incompleti, spesso sperimentali, si tratta di buoni episodi. Il primo 'Parabola' è il più interessante, ma in generale, anche se sembra in commento scontato, in questi due lavori troviamo in 'nuce' molto del Vecchioni successivo. Il ricorso al mito 'Aiace' 'Olaf', come pretesto per una ricerca personale, in particolare su due temi: l'amore non corrisposto, ma ancora meglio l'amore inteso come assenza, e non solo per 'La tua assenza', che sia un amore passato, quindi rimpianto, o uno presente, ma spento, oppure uno onirico, l'affetto è sempre lontano, assente, mancato (questo lo vediamo in 'Luci a San Siro', 'Parabola', 'Improvviso paese', 'Archeologia'), tra questi troviamo brani buoni e meno buoni. Da segnalare è una vera e propria traccia fossile della poesia del prof.: cioè il brano 'Il tamburo battuto', parte del testo infatti lo ritroviamo nella raccolta di poesie 'Di sogni e d'amore', che include testi scritti tra il '60 ed il '64, e quindi fa da ponte tra le poesie dei vent'anni ed i dischi dell'autore, finalmente interprete, ricongiunto con le sue parole. Il secondo tema è la coerenza artistica, questo soprattutto secondo un saggio di Paolo Jachia, ma che riscontro anche io in diversi brani dei due LP.

Di belle canzoni ce n'è, soprattutto nel primo LP, simpatico accoppiare i brani (facile in 'Io non devo andare in via Ferrante Aporti' e 'Parabola', mentre il tema del suicidio unisce l'inizio e la fine 'Lui se n'è andato' e 'Cambio gioco', e volendo si vede un'atmosfera malinconica simile in 'Luci a San Siro' ed 'Improvviso paese'). In 'Saldi di fine stagione' trovo meno poesia, meno fantasia, brani più facili e meno ispirati, buono 'I pazzi sono fuori', che però è totalmente annichilito dal brano di cui è incipit ideale, cioè 'Sabato stelle' (1973).

Molti dei brani sono scritti in collaborazione di Lo Vecchio e di Pareti. Nelle ristampe successive al '74 di 'Saldi di fine stagione' a 'La tua assenza' verrà sostituita 'La farfalla giapponese'.

Il papà di Vecchioni scrisse la presentazione all'album 'Parabola':

"Figlio mio, se devo essere sincero, di tutto quello che c'è qui dentro ho capito ben poco... Una sola cosa ti ammiro: combatti una battaglia perduta; i tuoi valori sono stati dimenticati da troppo tempo. Tu credi e oggi non bisogna credere, bisogna prendere, tu ami e oggi bisogna essere 'amanti'; tu hai Dio e un desiderio infinito di ordine: oggi vince chi l'ordine lo sovverte..."

[Trovarti, amarti, giocare il tempo] Einaudi

Due godibilissimi LP, ancora di più se li si ascolta pregustando quelli che li seguiranno.

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