PREMESSA

Credo che la mia ultima recensione (Unplugged - Rod Stewart) abbia toccato il minimo storico di commenti tra le De-Baseriane recensioni (4). Ora, si aprono cinque ipotesi:

1-la recensione era talmente orrida che nessuno la conclusa
2-la recensione era leggibile ma priva di spunti per il commento
3-la recensione era talmente ben fatta da non dare adito a commenti
4-di quel disco non fregava nulla a nessuno
5-Rod Stewart non interessa più a nessuno

Senza una risposta precisa in mente ho deciso di approfondire comunque il discorso Rod Stewart così da poter indagare, tra le cinque opzioni, almeno le ultime due..

IT HAD TO BE YOU – THE GREAT AMERICAN SONGBOOK

Se dovessi dare un titolo a queste righe intitolerei “i segni del tempo” per almeno due ragioni: in primis le canzoni contenute in questo disco di Rod Stewart sono classici che in qualche misura hanno lasciato segni nel tempo e sono rappresentanti di un’epoca tanto vicina e tanto lontana;
in secondo luogo questo album mette ancora più in risalto le evidenze del tempo su un uomo come Rod, che in questo Songbook pare per diversi motivi un po’ acciaccato.

I primi segni del tempo si vedono nel ritardo con cui un vecchio volpone come Rod Stewart, storicamente aduso a cavalcare i primi aneliti delle  “nuove” tendenze commerciali, sia arrivato con  tre quattro anni di ritardo allo Swing che già sul finire degli anni 1990 ridava segni di vita e che all’inizio del millennio secondo D.C.,anche senza un rinnovato slancio d anche grazie a qualche acclamata uscita commerciale (Robbie Williams con – forse- Sing when you’re winning o una cosa del genere ) riguadagnò terreno e venne  riproposto da diversi grandi della canzone nazionale (Arbore) e internazionale (Midler, Ferry, ec).
Alla prevista uscita di questo disco era tanta la mia curiosità di vedere un personaggio sgargiante come Rod Stewart  mettersi in gioco di fronte ad un genere diverso ma per il quale egli sempre malcelò una certa passione. Rod nelle vesti di crooner si è sempre piaciuto, già dagli esordi si dilettò nell’osservare e raccontare gli ormai famosi “fumosi locali di periferia” e poi ricordiamo come anni addietro costruì parte del parco di casa Waits in cambio di un paio di capolavori da reinterpretare.
Purtroppo però, questo American Songbook è una riproposizione mesta di alcuni grandi classici dell’America post-bellica e sinatriana (The way you look tonight, These foolish thingsThe nearness of you, You go to my head) attraverso un modulo diverso ma per nulla innovativo, lontano dallo Swing originale di quei brani e vicino a qualcosa di vagamente Jazzy, utilizzato proprio al fine di adattare meglio i brani alla voce storicamente rock di un rocker.
Il risultato, almeno alle mie orecchie, non è  stato un granchè, le canzoni si trovano spogliate del loro gradevole andamento swingato e Rod della sua carica di rocker, tamarro, latin-lover. Le canzoni sono eseguite perfettamente, l’atmosfera è raffinata, il tutto è fin troppo patinato e asettico. L’effetto finale è che ci si addormenta paciosi dopo una decina di minuti interrogandosi sul fatto che.. “eppure a me piacevano….?!”

Insomma, nonostante il discreto successo commerciale il disco è un piccolo buco nell’acqua nella dorata carriera Stewartiana, sarebbe stato meglio, secondo il mio personale e opinabile parere, sentire la solita voce raschiare con maggior libertà le corde vocali, creando magari discutibili ma originali versioni di questi standard anni 1950.
Ma forse Rod, come nel suo stile,  ha voluto unire in questi Songbook l’utile ed il dilettevole, conciliare le esigenze commerciali ad una voce che, con tutta probabilità, non è più quella di una volta e fatica a tenere ancora certi sguaiati pezzi rock. L’album, così com’è, può piacere solo a coloro che promuovono una qualche forma di idolatria verso l’oggetto Stewart, ma non a chi ha amato i precedenti lavori di Rod, essi non ritroveranno nulla di quanto cercano, né di certo agli amanti del genere che nutriranno riserve su queste re-reinterpretazioni non proprio eccelse.
Amaramente nella società dell’apparenza e non dell’Essere lo Stewartiano lavoro seppe ottenere lauti incassi e proprio a fronte del successo ottenuto, Rod raschiò ancora dal fondo del barile ben altri 3 Songbook, che disco dopo disco, nell’assidua ripetizione dello stesso modulo, hanno accresciuto sempre più il mio senso di noia, con la sola aggiunta di alcuni peccabili duetti (tra cui fa “ridere” quello con il recluso Alessandro Safina di Music Farm) sufficienti però a tenere in piedi l’intero progetto editoriale.

Rod Stewart dopo questa mole di classici, dopo le ultime e poco convincenti derive Pop-Soul (Human) e per quel che mi riguarda , è rimandato a settembre. Il 2 è una media tra la molta stima che nutro per qull'uomo ed i suoi ultimi tonfi sonori. Che Rod torni a giocare a pallone,  si alleni il fiato e si riproponga con un album vero-Rock, è la sua unica possibilità… anche senza voce, apprezzeremo lo sforzo!

Elenco tracce e testi

01   You Go to My Head (04:17)

02   They Can't Take That Away From Me (03:25)

03   The Way You Look Tonight (03:49)

04   It Had to Be You (03:24)

05   That Old Feeling (02:54)

06   These Foolish Things (03:48)

07   The Very Thought of You (03:20)

08   Moonglow (03:32)

It must have been Moonglow,
Way up in the blue,
It must have been Moonglow,
That led me straight to you

I still hear you sayin'
Dear one hold me fast,
And I start to prayin'
Oh Lord, please let this last,
We seem to float right through the air,
Heavenly songs seem to come from everywhere,
And now when there's Moonglow,
Way up in the blue,
I always remember,
That Moonglow gave me you
That Moonglow gave me you

We seem to float right through the air,
Heavenly songs seemed to come from everywhere,
And now when there's Moonglow
Way up in the blue,
I always remember,
That Moonglow gave me you,
That Moonglow gave me you,
That Moonglow gave me you

09   I'll Be Seeing You (03:51)

I'll be seeing you
In all the old familiar places
That this heart of mine embraces
All day through

In that small caf�
The park across the way
The children�s carousel
The chestnut tree
The wishing well

I'll be seeing you
In every lovely summer�s day
In everything that's light and gay
I'll always think of you that way

I'll find you in the morning sun
And when the night is new
I'll be looking at the moon
But I'll be seeing you

10   Ev'ry Time We Say Goodbye (03:27)

11   The Nearness of You (03:00)

It's not the pale moon that excites me
That thrills and delights me, oh no
It's just the nearness of you

It isn't your sweet conversation
That brings this sensation, oh no
It's just the nearness of you

When you're in my arms and I feel you so close to me
All my wildest dreams come true

I need no soft lights to enchant me


But if you'll only grant me the right
To hold you ever so tight
And to feel in the night ooh the nearness of you

When you're in my arms and I feel you so close to me
All my wildest dreams come true

I need no soft lights to enchant me
But if you'll only grant me the right
To hold you ever so tight
And to feel in the night the nearness of you

12   For All We Know (03:24)

13   We'll Be Together Again (03:54)

14   That's All (03:03)

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