Chi ama il soft rock e la voce tutta particolare di Rod Stewart troverà sollazzo con "Unplugged... and Seated", un live risalente al 1993 che, tra gli special guests, annovera l'ex compagno dei Faces Ronnie Wood. Si va dal rock dei primordi evocato nella prima traccia "Hot Legs" a una collana di ballate d'amore (trovato e perduto) che sfocia in una sorta di crescendo con il classico "Highgate Shuffle", con "Stay With Me" e con "Having a Party" .
Questa è una ristampa fresca fresca, in vendita anche come "collector's edition" insieme a un DVD.
Niente di eclatante, secondo me. Ma forse è perché ho sempre trovato Rod alquanto "chioccio". Ho ascoltato il CD più volte, tuttavia ciò non mi ha aiutato ad apprezzarlo maggiormente; anzi. Le buone intenzioni vengono annientate dalle corde vocali del londinese di origine scozzese, che, come al solito, sembrano appannate da una patina di stanchezza post coitum. La patina si direbbe venga un po' raschiata unicamente nelle ballads non sue: "Reason to Believe" di Tom Hardin, "People Get Ready" di Curtis Mayfield, "Have I Told You Lately" di Van Morrison, "Tom Traubert's Blues (Waltzing Matilda)" di Tom Waits e "Having a Party" di Sam Cooke.
D'accordo che è un "unplugged", ma le chitarre viaggiano con il freno a mano tirato e le tastiere cuociono a mezza fiamma. Dei pezzi firmati da Stewart, "Mandolin Wind" è sicuramente il più riuscito, con il suo giro di accordi folk. Lodevole anche quando questa voce da eunuco un po' raffreddato si lancia avventurosamente nell'interpretazione del già citato "Waltzing Matilda" e del quasi obliato - ingiustamente - "The First Cut Is the Deepest" (di Cat Stevens): contro tutti i pronostici, il tentativo riesce, ma è soprattutto per la bontà stessa delle composizioni.
Sono in totale 15 brani, destinati ai momenti crepuscolari, tra una lacrima nostalgica e uno sbadiglio.
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