4 Giugno 2006
Vado a scuola come in ogni altro giorno quella mattina... le lezioni? Non ne ascolto nemmeno un minuto... ho altro per la testa. E si... perchè quella sera, a Verona, sarebbe successo qualcosa che avrei dimenticato molto difficilmente.
Dal genio creativo dei pink floyd.. The Dark Side Of The Moon.
L'Arena è un luogo fantastico... lo disse anche il buon Rog... quella stessa sera. L'Atmosfera pre-concerto era percettibile anche in città. Si perchè capita raramente di vedere seduti nei tavolini del bar decine di persone con magliette del grande gruppo inglese... Un via vai inimmaginabile di persone si aggira intorno all'arena, da buoni fan, aspettano l'ora della ragione del loro pellegrinaggio. Biglietto non numerato per me... il meno costoso.. e perciò, per non perdere i posti migliori, sono costretto ad entrare un paio d'ore prima dell'inizio dell show.
Canzoni di Bob Dylan si ascoltano mentre il sole, piano piano, si accuccia; e mentre il palco viene allestito. L'Arena si riempe a vista d'occhio, e per le nove, non c'è neanche un posto libero. Ebbene... dopo la terza volta che viene ripetuta "Mr Tambourine Man", improvvisamente, le musica cessa, le luci si spengono, e un tremorio d'emozione pervade il pubblico.
Eins... Zwei... Drei... ALLE!!!!!! Inizia proprio così... con "In The Flesh"... e il tremorio si spegne all'istante. Strano come una canzone del genere, cioè non passata alla leggenda, possa regalare una così forte emozione... Sarà l'ingresso di Rog... Sarà che è appena cominciato il concerto... ma non riesco a immaginare un inizio così emozionante.
L'iniziale "In The Flesh", è seguita da Mother, altra canzone di "The Wall", la quale canzone vede impegnato il nostrto Rog con la chitarra. Segue la canzone a mio parere meno riuscita della serata: "Shine On You Crazy Diamond". Parlo male di questa canzone per svariate ragioni: prima di tutto "Shine On" che dura appena 5 minuti non è "Shine On"; e poi Rog passa subito alla parte cantata, tralasciando lo splendido solo, anche se il solo si questa canzone senza Gilmour non è la stessa cosa... Tutto questo per dire semplicemente che, a mio parere, questa canzone non doveva essere compresa nella scaletta.
Finita l'ode al diamante pazzo, Rog passa ad altre due canzoni di "Wish You Were Here"; la prima è "Have a Cigar", la seconda... manco a dirlo... è "Wish You Were Here"; tutte e due abbastanza malinconiche ma passionali e apprezzate dal pubblico dell'arena. "Set The Control For The Heart Of The Sun" è sicuramente uno dei momenti più suggestivi della serata... Il crescendo coinvolge il pubblico, mentre il gran miscuglio preparati di strumenti regala agli spettatori un momento di estasi psichedelica.
Le seguenti "The Gunners Dream" (canzone a mio parere sottovalutata) e "The Fletcher Memorial Home" sono un momento di attraversamento per lo show, infatti il pubblico sa che da lì a poco sarebbe stato il momento di "Dark Side". Prima dell'intervallo però c'è ancora tempo per "Sheep", una canzone delle mie preferite dei Floyd.
INTERVALLO -------
Bene, essendo ormai tarda sera, l'arena senza luci era buia pesta. Ma a volte serve qualcos'altro per illuminare l'arena (o per lo meno il pubblico dell'arena). Bene, in questo caso serve un battito di cuore.
Tump Tump----Tump Tump----Tump Tump-----
Il battito sale, piano piano, e piano piano, a questo, si aggiungono ticchettii di orologi, rumore di monete, voci, risate.... che si accavallano uno sopra l'altro, fino a quando un accordo di chitarra mette d'accordo tutti. "Breathe" dà il via al boato del pubblico, fin ora rimasto immobile. E finalmente ci si rende conto che Dark Side è iniziato sul serio, si sgranano gli occhi, si sturano le orecchie, e si canta... con gioia.. Breathe.... breathe in the air.
Non voglio raccontare canzone per canzone tutto il disco, anche perchè è molto difficile raccontare singolarmente i brani di un disco che si ascolta tutt'insieme, quasi fosse un'unica, lunga, composizione. Momenti magici segnano il proseguire dell'album che passo alla storia... grande la performance di chitarra e batteria in "Time", per non parlare di una voce-sosia di Clare Torry in "The Great Gig In The Sky". In "Money" il nostro Rog raccoglie le ovazioni del pubblico, passando con il suo basso da una parte all'altra del palco. "Eclipse" termina... e forse non ci se ne accorge... perchè il pensiero dell'opera appena vista e sentita è ancora troppo impresso nella mente.
Silenzio... passando alcuni secondi e l'arena si alza in piedi, per regalare una grande assai calorosa standing ovation al bassista che sa di aver tenuto un grande show questa sera. Raccolti gli ultimi applausi Rog con gli altri musicisti si apparta nel retro, ma il pubblico sa che non è ancora arrivato il momento di andare a casa.
Infatti dopo pochi minuti il gruppo torna nel palco, e attaca "Another Brick In The Wall" (part. 2 naturalmente). "Vera" (the Wall) precede "Bring The Boys Back Home", canzone ora di attualità vista la situazione in Iraq. "Comfortably Numb" chiude lo spettacolo, e non importa se alla chitarra non c'è Gilmour, o alle tastiere non c'è Wright, noi floydiani abbiamo apprezzato veramente tanto, grazie Rog.
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