No, Henry Rollins non è per tutti. E' un tipo maledettamente difficile. E' eccessivo. Lo è sempre stato, dai giorni in cui era un giovane capellone magro che si contorceva sul palco con i Black Flag dell'odiato Gregg Ginn fino a questa specie d'incrocio tra un bonzo tibetano rasato a zero e un sergente dei marines dalla mascella squadrata. Non è lui ad essere cambiato, magari siamo noi ad esserci avvicinati con prudenza a quest'animale rannicchiato dentro un corpo impressionante cosparso di tatuaggi, che vanno dal serpente saettante dalla caviglia all'inquietante occhio dietro il cranio. Un corpo che riesce a staccare il minuscolo auricolare che lo collega al mondo esterno per concentrarsi prima dell'esplosione. Chi ha avuto la fortuna di assistere ad un concerto di Rollins sa benissimo cosa significa essere travolti da una manifestazione esplosiva della forza della natura, se qualcuno gli attaccasse un cavo elettrico nel profondo del culo sarebbe capace di illuminare a giorno una qualsiasi fottutissima metropoli.
Ad un certo punto della sua storia quest'uomo inaccessibile ha deciso di esprimersi come poeta, come attore e proseguire come cantante. Ma già nel 1990 con "Hard Volume" Henry Rollins dimostra che oramai non è più veloce come richiede l'hardcore ma nemmeno fa cagare come quando si parla di hard rock a ritmi moderati. Prendete questo disco del 1997, scorporate Rollins e allora il maestoso terzetto che lo accompagna potrebbero sembrarvi dei Led Zeppelin persi nel brodo primordiale o dei Black Sabbath che spingono a fondo la loro ossessione per il riff pesante. Ma c'è Henry sospeso tra il reading e il singing: la sua voce, che sovrasta il vento elettronico che soffia all'inizio dell'opener "Shame" tra i torridi e classici riffoni hard, fa la differenza! L'apocalittico muro sonoro innalzato dalla ritmica della batteria del fido Sim Cain e del nuovo impressionante lavoro al basso dell'ex Defunkt Melvin Gibbs (che aveva reso metal-jazz il precedente album " Weight") rende bene l'idea della discesa negli inferi di pezzi come "Starve". Altrove ("The End of Something") Rollins riesce nell'assurda operazione di sembrare un sinistro crooner che approfitta del retaggio funky di Melvin Gibbs per sussurrarci "...tocca la tua paura, non essere spaventato ...è solo la fine di qualcosa, è così fredda ...è la fine!". Il lavoro dei tre musicisti con Chris Haskett alla chitarra è perfezione hard! Quando spingono il piede sull'acceleratore come in "On My Way to the Cage" rischiano di farti spezzare l'osso del collo per l'headbanging cui sei costretto. La barriera invalicabile che costruiscono attorno ad un brano di perfezione tecnica come "All I Want" è spezzata solo dalla voce filtrata di Rollins che si arrampica fino alla sua sommità per lanciarsi nel nulla.
Poteva approfittare del successo di "Weight" di tre anni prima e invece ha atteso il 1997 per farci entrare dentro un suo nuovo disco e bruciare. "Come in and burn" non sarà tra i suoi capolavori ma potete scommetterci che l'amico di Charlie Manson ci ha messo tutto l'odio di cui è capace: "... parlo e canto di me perché sono l'unica persona che conosco, non scrivo canzoni di protesta sull'America centrale, non ci sono mai andato".
E Rollins non ha bisogno di brandire mazze chiodate o di impalare i nazareni per farsi rispettare, gli bastano un paio di mutande. E' l'eroe che assurdamente potremmo pensare di chiamare in soccorso quando l'apocalisse prossima ventura della nostra ambigua coscienza comincerà a travolgerci. E' il cavaliere integerrimo cui tenderemmo la mano mentre annaspiamo tra i vortici della contraddizione che ci porterà a beccare 1 per la coerenza.
Il bello è che lui ce la rifiuterà.
Epilogo: Ehi, e i DeGeneri?
"So dove vuoi arrivare e odio questo tipo di domande. la mia musica non ha sigle, etichette o definizioni del cazzo. Odio le definizioni. Nella mia musica c'è ogni genere di musica, esattamente come i dischi che ascolto. Continuo a chiedermi perchè c'è bisogno di questo tipo di classificazioni. Ascoltami e fatti la tua esperienza. Dopo non avrai più bisogno di sigle."
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