Certo che venire ricordato soprattutto per una canzone dedicatagli dai Led Zeppelin, dei quali è amico fraterno o per la comparsata vocale su "Have A Cigar" dei Pink Floyd, non deve essere motivo di estremo orgoglio per un musicista che ha scritto almeno un paio di pagine fondamentali per il folk inglese in particolare e la Musica del secolo, in generale.

Harper nasce nei sobborghi di Manchester ma ben presto si trasferisce in campagna, orfano della madre... alla tenera età di 10 anni suona nella band di skiffle del fratello, i De Boys, ma i rapporti con la famiglia sono burrascosi ed a 15 anni se ne va di casa per entrare nella Royal Air Force. La rigida vita militare gli crea dei grossi problemi e la sua insubordinazione viene trattata come disturbo mentale, tanto da farlo entrare ed uscire da vari centri mentali (dove partecipa al famigerato ECT Program... l'elettroshock...!) che gli vale il congedo. Vagabonda in lungo ed in largo per l'Europa come artista di strada fino al 1964, anno del suo rientro in patria. Sceglie Londra ed il club Les Cousins come quartier generale, un rinomato club folk, dove si esibiscono fra gli altri anche Nick Drake e Joni Mitchell, che gli permette di trovare nella piccola etichetta Strike Records la via per la pubblicazione del suo primo lavoro "Sophisticated Baggar". Questo disco di folk intimista non passa inosservato, tanto che la CBS manda il produttore Shel Talmy a mettere sotto contratto il promettente giovane cantautore, producendogli il nuovo lavoro "Come out Fighting Ghengis Smith" che vede la luce nel 1968.

Già dalla copertina risulta spiazzante e fece un certo scalpore all'uscita, ma una volta superato l'impatto visivo si entra in un mondo sospeso sopra una morbida nuvola, dove la soffice voce di Harper fluttua attraverso tutte le possibili divagazioni folk. Si resta a bocca aperta ascoltando le premonizioni Drakiane della dimessa "All You Need Is", quasi a voler consigliare all'amico un futuro più roseo di quello che lo aspettava o nella gioiosa ballata "You Don't Need Money", ma a differenza di Nick, Roy Harper è curioso nell'esplorare le origini del folk americano di Woody Guthrie con la dolcezza di "What You Have" o "l'imbastardimento" che gente come i Kaleidoscope (USA) gli stanno apportando mescolandolo con la psichedelia, per cui "Freak Street" e la title-track sembrano uscire direttamente da coloratissime allucinazioni di Haight-Ashbury a San Francisco. Harper non esita a spingersi in territori "avanguardistici" con la sarcastica piéce pastorale-religiosa di "Highgate Cemetary" costruita su un'inconsueta struttura minimale, dove l'oggetto delle sue parole è il potere terreno della Chiesa, rappresentato dal cimitero londinese costruito un secolo prima per raccogliere le salme della borghesia inglese in un luogo più appropriato e degno del sagrato delle chiese, in uso fino ad allora. Ma tutto questo non gli basta, tanto che il gioiello del disco lo troviamo negli 11 minuti di "Circle", dove fra intermezzi di talking, Harper disegna scenari futuri, che rimandano la mente dell'ascoltatore direttamente negli anni 90, tanto alla splendida oratorialità dei Belle And Sebastian quanto alla cervellotica introspettiva dei Lambchop... e non è uno scherzo.

Roy Harper è tutt'ora in attività, ed ha prodotto dischi di altissima qualità, anche se riconoscimenti ne ha avuti ben pochi, la rivista Mojo lo ha inserito nella sua Hall of Fame nel 2005, ma le vette le ha raggiunte con il disco in questione e lo splendido "Stormcock" del 1971, di cui potete leggerne una DeRecensione dadaista di morningstar.

Elenco e tracce

01   Freak Street (03:05)

02   You Don't Need Money (02:27)

03   Ageing Raver (04:10)

04   In a Beautiful Rambling Mess (02:50)

05   All You Need Is (05:48)

06   What You Have (05:16)

07   Circle (10:40)

08   Highgate Cemetery (02:21)

09   Come Out Fighting Ghengis Smith (08:58)

10   Zaney Janey (03:31)

11   Ballad of Songwriter (03:09)

12   Midspring Dithering (02:49)

13   Zenjem (01:36)

14   It's Tomorrow and Today Is Yesterday (04:11)

15   Francesca (01:31)

16   She's the One (04:44)

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