Sam Cooke muore l’11 dicembre 1964.

Quella notte, Sam è in un motel di infima categoria, con lui è una giovane donna incontrata chissà dove; Sam affitta una stanza ad ore ed i due vi si ritirano.

Nel cuore della notte, la tenutaria del motel ode gridare una giovane donna, sono invocazioni di aiuto; è convinta sia quella che si accompagna al bel giovane entrato pochi momenti prima; e non esita a telefonare alla polizia, perché intervenga.

Sam lo intuisce e si precipita fuori dalla stanza; si avventa contro la donna al telefono e la colpisce ripetutamente; lei barcolla, è in preda al panico e, quasi inconsapevolmente, afferra la pistola sotto il bancone e fa fuoco; due, tre, quattro colpi colpiscono il segno.

Così muore Sam Cooke, in una notte del dicembre 1964, in un motel di infima categoria, dove ha affittato una stanza ad ore per un occasionale incontro di sesso, degenerato in un tentativo di stupro ai danni di una giovane donna incontrata chissà dove.

Questa è la ricostruzione ufficiale.

Ci credono in pochi, perché uno stupratore ed un assassino non possono celarsi dietro a quella voce ed a quel sorriso.

Non può morire così il più grande cantante del mondo, come lo ha definito Cassius Clay pochi giorni prima nel corso della conferenza stampa seguita al match con Sonny Liston; non può morire così il più grande cantante del mondo, alle cui esequie un affranto Ray Charles intona «Angels Keep Watching Over Me».

In pochi credono alla ricostruzione ufficiale ed, inevitabile, prende corpo la teoria del complotto: Sam Cooke è morto per mano della CIA e dell’FBI.

Sam Cooke frequenta il pugile Cassius Clay; Cassius è convertito all’Islam e si fa chiamare Mohammed Alì, è renitente alla leva e rifiuta di andare a combattere in Vietnam, di sacrificarsi per conservare la Terra dei Liberi e la Casa dei Coraggiosi.

Sam Cooke è vicino al reverendo Martin Luther King ed al militante radicale Malcolm X; la rivendicazione dei diritti dei neri, Selma, l’assassinio di King e quello di Malcolm X.

«That son of a bitch is brave and getting braver»: quel figlio di puttana sta prendendo coraggio.

Sam passa da una piccola casa discografica alla RCA e di seguito fonda la sua casa discografica. Vuole passare oltre «Everybody Loves To Cha Cha Cha» e «(What A) Wonderful World» e compone «A Change Is Gonna Come». Che i tempi stiano cambiando lo avverte Bob Dylan, ma l’eco della voce e della chitarra di Bob ad Harlem non arriva; solo un fratello può parlare ad altri fratelli.

I fratelli vedono in Sam un’intuizione di consapevolezza ed ai loro occhi si dischiude la possibilità del riscatto e dell’affermazione: quei figli di puttana stanno prendono coraggio.

Il singolo «Shake b/w A Change Is Gonna Come» esce postumo, perché Sam Cooke muore sparato in una notte di dicembre 1964.

Io non ci credo che la storia sia andata come racconta Bertha Franklin, tenutaria di un motel dove si affittano stanze ad ore per rapporti sessuali occasionali e lontano da occhi indiscreti.

Non ci credo perché tanti anni fa – ben prima di venire a conoscenza della vicenda della morte di Sam Cooke – ho comprato questa antologia e so per certo che una voce come quella di Sam ed un sorriso come il suo non celano uno stupratore né un assassino.

Ha senso un best of dedicato a Sam Cooke comprendente solo dodici canzoni, e tra queste dodici non figura «A Change Is Gonna Come»? Ha senso racchiudere in nemmeno trenta minuti la vicenda artistica di Sam Cooke?

Per me, che conosco Sam Cooke per il tramite degli Animals e di Van Morrison che interpretano «Bring It On Home To Me», il senso è la meraviglia.

La meraviglia è quella di «You Send Me», «Only Sixteen», «Everybody Loves To Cha Cha Cha», «(What A) Wonderful World», «Chain Gang», «Cupid«, «Twistin’ The Night Away», «Sad Mood», «Having A Party» e «Bring It On Home To Me».

Ma anche quella di leggere sotto ogni singolo titolo, tra parentesi, sempre il medesimo cognome dell’autore (Cooke): questi brani fondano il pop, più di quanto abbiano fatto i Beatles, ed è tutta farina del suo sacco.

Ed infine, la meraviglia di aver acquistato tanti anni fa uno dei migliori dischi che abbia ascoltato.

Sam Cooke muore in una notte di dicembre 1964.

Non so se sia morto per una temporanea perdita di senno, sua o di chi preme quel grilletto, o per un complotto. So, però, che, se mai è morta, la musica muore il giorno in cui muore Sam Cooke.

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