Sam Mendes si pone come psicologo e analizza le relazione interumane tra Frank e April Wheeler. Una normalissima famiglia medio borghese, con due figli, ben sistemata nella graziosa casetta sulla Revolutionary road. E' un nucleo familiare canonico, nulla al di fuori del comune. Ma come si sa nel rapporto di coppia, inevitabilmente prima o poi affiorano dei contrasti. April vuole una vita diversa, lontana dalla quotidianità delle sue quattro mura, lontana dal fastidio dei vicini. Frank consuma uno squallido tradimento, cercando di evadere da un lavoro che non lo soddisfa. I giorni trascorrono con monotonia, tra litigi e malcelati sguardi indagatori, fino a quando April decide di voltare pagina e annuncia a Frank il desiderio di  trasferirsi a Parigi, città in passato visitata da suo marito. E' un inutile tentativo di spezzare i legami di un'esistenza troppo stereotipata, è una vana prova di evasione.

"Revolutionary road" sembrerebbe essere un tipico melodramma familiare e almeno così parte, per poi evolversi costantemente creando delle fragili trame psicologiche che si intrecciano tra loro. I due protagonisti, che hanno le sembianze di Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, si sono amati e probabilmente provano ancora dei sentimenti, che non riescono più ad esternare nella loro pienezza. La loro è un'esistenza normale e proprio per questo ai loro occhi "anomala". Non vogliono semplicemente vivere nella tranquillità della loro bianca casa, vogliono cercare un qualcosa che li renda veramente felici, che possa riattivare in loro la scintilla ormai affievolita. Nessuno sembra essere vicino al loro modo di sentire il mondo, tranne il disturbato John (interpretato da uno straordinario Michael Shannon). Nelle disarticolare funzioni mentali di John si cela la vera difficoltà dei due. Il loro matrimonio ormai distrutto viene messo in crisi proprio da John in una delle scene più drammatiche del film. Un pranzo all'apparenza tranquillo, che culmina nello sclero totale in cui ognuno ha la dimostrazione della sua condizione mentale.

Quello che veramente fa riflettere dell'opera di Mendes, al di là del buonismo affiorante in diversi punti è la nuda e cruda constatazione che la storia di Frank ed April è la storia di tutti i giorni, quella che si vive quotidianamente nelle case di quasi tutte le famiglie. Richard Yates lo aveva scritto nell'omonimo libro da cui è stato tratto il film ambientando la vicenda negli anni cinquanta, ma quello che valeva per cinquant'anni fa vale tuttora. Ogni giorno accendendo la tv si sente di liti familiari che si concludono in tragedia, di vite spezzate dalla gelosia.

Mendes pona l'accento sulla psicologia dei personaggi e ci mostra con vivezza e lentezza che la perfezione della vita è pura illusione. I Wheeler sono però incapaci di capirlo o forse non lo vogliono fare, più felici nell'autolesionarsi a vicenda che nel trovare una vera soluzione al tutto. La tragedia è quindi inevitabile, nonostante i vani tentativi di evitarla. E' una tragedia figlia delle incomprensioni e delle ansie, di problemi non affrontati.

Il quarto lungometraggio di Mendes è un'opera di analisi della normalità, di distruzione dell'utopia di una vita felice. La ricerca della felicità è impossibile, una chimera destinata a rimanere tale. "Revolutionary road" è quindi innanzitutto un film sentimentale sull'impossibilità di provare sentimenti reali. Mendes indugia però troppo sui contrasti tra i due coniugi. Il film, nonostante si attenga fedelmente all'opera di Yates, finisce per essere a tratti troppo moderno e a tratti troppo forzato con scene tirate per le lunghe, dialoghi che diventano soltanto inferociti scambi di opinioni diverse. E' quindi un'opera che si allontana dal suo vero obiettivo e più che diventare una critica alle famiglie odierne e alla loro incapacità di accettare ciò che si ha diventa "soltanto" la rappresentazione del libro di Yates.

L'opaca fotografia di Roger Deakins e le soffici evoluzioni musicali curate da Thomas Newman (che realizzerà anche la colonna sonora per un altro dramma familiare come Brothers), fanno da contorno a quest'opera che, partendo come l'ennesima crisi amorosa, si allontana troppo da questi binari e paradossalmente perde efficacia nel voler indugiare forzatamente su un rapporto che si comprende logoro già dopo mezz'ora.

Il dramma del mondo odierno.

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