Nel 1971, per iniziativa del bravo chitarrista Jean Pierre Alarcen, si formano i Sandrose, diventata poi band di culto del progressive francese.
Ad Alarcen, si uniscono Christian Clairefond al basso, Michel Jullien alla batteria, Henri Garella all'organo e al mellotron e soprattutto la voce di Rose Powojny (che in futuro avrà successo come solista).
Il disco pubblicato nel 1972 e cantato in inglese, merita quell'aurea di mitologia" di cui si è oggi circondato. Strumentalmente impeccabile, senza particolari punti deboli, con musiche seppur non sempre originalissime ma di sicuro impatto e suggestività e con la splendida voce di Rose Podwojny che si sposa perfettamente con il cupo e compatto sound (prog-sinfonico?) del gruppo.
L'album si apre con "Vision": l'impatto non poteva essere più accattivante. Si viene subito rapiti dal riff della chitarra acustica come dai tappetti di mellotron e hammond. Ma quella che regala subito un timbro originale ed affascinante al sound è la voce di Rose Podwojny. Il pezzo ci da' una sonorità molto cupa, pienamente seventie's. A tratti potrebbe ricordare alcune colonne sonore di film dell'epoca. Dopo poco emerge quella che insieme alla voce è l'altra caratteristica principale della band, la chitarra di Jean Pierre Alarcen: fraseggi mai banali, suono preciso ed efficace. E' uno dei pezzi più belli del disco.
Il secondo brano "Never Good At Saying Good-bye" è più traquillo e "crimsoniano", per l'uso del mellotron, ma sempre molto melodico e d'atrmosfera.
A questo punto arriva "Underground Session (Chorea)": apertura bellissima, molto d'impatto. Il brano, di oltre 11 minuti, potrebbe ricordare alcuni momenti - specie i cori e le parti di batteria - di "Ys" del nostro Balletto di Bronzo, le parti di chitarra sono però superiori, sempre calzante il lavoro dell'organo. Un gran bel brano, musicalmente rappresenta appieno il suono del disco, la cupezza e le tonalità minori delle armonie sono in ben evidenza. Dopo la bella ballata "Old Dom Is Dead", che ha nei tappeti di mellotron e nelle chitarre la sua peculiarità, si passa a "To Take Him Away", altra bella ballata, dove la ritmica della strofa affidata alla chitarra e in parte al suono percussivo dell'hammond, ha nel mellotron e nel tema del ritornello (affidato ad una bella chitarra in distorsione) la sua caratteristica.
Molto delicata e suggestiva ma con tratti spesso epici la successiva "Summer Is Yonder": la Podwojny è forse più a suo agio in pezzi più movimentati, ma la sua voce è sempre emozionante.
Con il penultimo brano "Metakara" i nostri musicisti si mettono in gran evidenza, stringendo l'occhio ad un certo jazz-rock "manieristico", ma non senza originalità. I cambi tonali creano una efficace sonorità, il solo di chitarra è davvero pregevole, ma in generale tutte le parti musicali sono ben suonate e di piacevole ascolto. I trenta secondi di "Fraulein kommen Sie Schlaffen Mit Mir" chiudono il disco.
Un gran bel lavoro questo dei Sandrose. Anche se non di facile reperibilità, raccomando a tutti un po' di sforzo per trovarlo, perchè ne vale sicuramente la pena.
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