"Mother North - How can they sleep while their beds are burning?
Mother North - Your fields are bleeding
Memories... The invisible wounds
Pictures that enshrine your throne (gone??)
A future benighted still they are blind
Pigeonhearted beings of flesh and blood
Keeps closing their eyes for the dangers that threat... ourselves and our nature
And that is why
They all enrage me
Sometimes in the dead of the night I mesmerize my soul
Sughts and visions prophecies and horror
They all come to me
Mother North - United we stand (together we walk)
Phantom North - I'll be there when you hunt them down
Satyr"
Parte di Nemesis Divina, "Mother North" esce in un anno cruciale per la musica norvegese: il 1996. Se l'omicidio di Euronymous l'8 Agosto 1993 mette fine alla scena black locale (eliminando i Mayhem, stoppando l'attività degli Emperor, limitando Burzum) è però vero che per qualche anno si continuano a produrre ottimi album. Nemesis Divina rappresenta uno degli apici compositivi del genere oltre che uno dei tre-quattro dischi norvegesi più significativi: stacchi folk, riff gelidi e intricatissimi, velocità elevata e cambi di tempo ne fanno uno dei rari esempi di "Techno-Black".
"Mother North!" è il centro dell'album, ne è la sintesi: anthem al pari di "Inno a Satana" (Emperor) e "Freezing Moon" (Mayhem), è però brano più cerebrale e complesso: parte con un riff tirato ma melodico, quasi svedese, per poi adagiarsi in un mid-tempo che fa da tappeto alle vocals di Satyr; dopo una sfuriata ed un "C'mon" del cantante la parte più emozionante, lenta con le tastiere che accompagnano le chitarre, un senso della melodia ancora oggi da eguagliare; il brano è tutto giocato tra ritmi serrati e altri più lenti e melodici. Le tastiere giocano un ruolo fondamentale, conferendo a brano un alone etereo e sognante, che diverrà aperò malinconico e triste alla luce del testo.
Un senso di precarietà permea la trak, glorificazione convinta ma sfiduciata della propria terra, emozionante senza rivangare inutilmente pretese nazionaliste. Non c'è spazio per gli -ismi negli ultimi grandi Satyricon (Nazionalismo, Fanatismo, Razzismo, Satanismo...), soltanto il sentimento.
Viene girato anche un videoclip (oggi su video.google.it), un po' gioco un po' opera seria: chiunque si sia stupito della procace signorina nel nuovo video di KING, dovrà ricredersi alla luce di questo gioiello naif che fonde estetica black, goliardia e gnocca: andando contro i diktat di Euronymous (che non amava molto le donne... ammicco...) i Satyricon fanno interpretare ad una ragazzina biondissima e ignuda la parte della Madre Nord, tra uno spezzone e l'altro alcune scene imperdibili: Frost che mangia il fuoco e lo sputa su una croce di legno capovolta facendola incendiare, Satyr che ne approfitta per palpare e leccare la tizia ignuda, Kveldulv (Nocturno Culto) a vergognarsi come un ladro, lui così schivo e tetro!!! Ce ne è abbastanza per non prenderli sul serio, e loro lo sanno, ridendone sotto i baffi...
Si parlava del 1996. Un anno dopo questo ultimo anno glorioso per il black tradizionale ci sarà il passaggio del testimone tra il vecchio modo di intendere il black metal, quello old-school, e quello nuovo degli Emperor di "Anthems To The Welkin At Dusk" e degli Arcturus di "La Masquerade Infernale"...
Questa è il secondo di tre scritti (dopo quello di Rehearsal dei Mayhem) dedicate al rapporto tra black metal ed immagini, tra la serietà della proposta musicale e l'umanità degli artisti.
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