"Un debutto Black Metal composto da otto tracce che dipingono un ritratto sonoro di depravazione, desiderio, crudeltà e delirio di una psiche fratturata."

Into Extinction, 2025

"Vignettes of Cruelty and Callousness" è il debutto dei Savaging, duo californiano composto da Nox Timor (strumenti) e Glossolalion (voce), pubblicato dalla Into Extinction in questo luglio 2025.

Ci troviamo di fronte a un album che si colloca con decisione all'interno delle coordinate più cupe e atmosferiche del black metal, in particolare nelle sue declinazioni depressive e suicidal.

Il sound è profondamente emotivo, contrassegnato da tempi lenti, riff ciclici e claustrofobici, con un uso sobrio ma efficace della melodia. Non si indulge più di tanto in derive post-black, e questo è uno dei grandi pregi del disco: "Vignettes of Cruelty and Callousness" evita le sovrastrutture più moderne, patinate ed eccessivamente armoniche del genere, restando invece ancorato a una concezione vecchia maniera. In questo senso, le atmosfere possono far pensare a formazioni storiche come Forgotten Woods, nei frangenti più melodici, o agli episodi più dilatati e ossessivi del Conte. Allo stesso tempo, emergono affinità con realtà statunitensi più recenti come i Chaos Moon, e in certi momenti si avvertono persino gli echi angoscianti dei lavori dei Nyktalgia, uniti al misticismo onirico, ebbro e carico di pathos, di una band che il sottoscritto ama molto: gli Urfaust.

Ciò che rende il full-length efficace è l’equilibrio tra stasi e movimento: il songwriting sa essere lento, opprimente, doloroso, ma senza mai cadere nella ripetitività. Le strutture si aprono spesso a ripartenze improvvise, in cui il gruppo si slancia su accelerazioni tipiche del black metal tradizionale. La tensione emotiva non si allenta mai: è un'opera intensa, sentita, priva di manierismi, che coinvolge proprio perché rifiuta l’estetizzazione forzata del dolore.

Le melodie, dosate con attenzione, contribuiscono a costruire un’aura crepuscolare e naturalistica, per certi versi vicina alle frange più oscure del Cascadian, pur senza aderirvi in senso stretto: non diluendo mai più di tanto l'estremità sonora della fiamma nera più ancestrale. La produzione, volutamente grezza, contribuisce ulteriormente a rafforzare il senso di decadenza e isolamento che permea tutta l'opera.

In definitiva, "Vignettes of Cruelty and Callousness" è un lavoro coerente, maturo e appassionato, che si rifà con lucidità e consapevolezza alle radici più autentiche del depressive black metal, senza altresì risultare una mera emulazione. Certo, non mancherà chi – armato di gusti arcobalenici e palato fino – farà notare piccole minuzie... non è colpa sua.

Un debut che colpisce e convince, probabilmente tra le migliori uscite del 2025 nell’ambito underground estremo.

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