Coerenza. Una parola così conosciuta in ambito musicale, ma così altrettanto rara da rispettare. Pochi sono infatti i gruppi che hanno portato avanti i loro ideali senza mai cambiare drasticamente, e per cosa poi? Avere un maggior impatto mediatico? Avere più fan? Gli esempi sono tanti, e mi perderei sicuramente, e farei annoiare chi legge, se mi mettessi ad elencarne alcuni. Prendiamo solo quelli più famosi, gli Iron Maiden per primi. Punti saldi del metal classico nei primi anni 80', dalla reunion con Dickinson e Smith in poi, gli Iron Maiden si sono avventurati in dischi in cui risaltava sempre più una forte vena progressive con canzoni da un minutaggio spropositato, e che sembrava quindi verso abbandonato quel concetto di coerenza di cui ho parlato all'inizio.

Un gruppo che ha sempre, e dico sempre, rispettato questo ideale sono i Saxon. Emersi anche loro come gli Iron Maiden nel pieno della N.W.O.B.H.M., il gruppo capitanato dal vecchio leone Biff Byfford ha saputo conquistare il cuore degli amanti dell'heavy metal più classico con la trilogia "Wheels Of Steel - Strong Armi Of The Law - Denim & Leather". Negli anni 80' seguí una crisi all'interno del gruppo per essersi avvicinati a melodie AOR con album come " Destiny" e "Rock The Nations". Solo in seguito alla pubblicazione nel '95 di " Dogs Of War" i Saxon tornarono alle sonorità di un tempo, indurendole ulteriormente e virando su un heavy metal più diretto, e togliendo totalmente l'hard rock che in alcuni album passati li aveva contraddistinti.

Dal '95 in poi, i Saxon non sembrano più sbagliare un colpo. Forti di questo cambiamento musicale spiegato prima, il gruppo inglese sembra rivivere una seconda giovinezza. Siamo nel 2013, e parecchie persone ritengono che, per l'appunto, gruppi come i Saxon dovrebbero andare in pensione. E invece, Byfford e soci faranno uscire il loro ventesimo album in studio, "Sacrifice", che non inventa niente in campo musicale, ma che non fa che constatare ulteriormente lo stato di grazia in cui si trova il combo inglese, mandando a quel paese tutti i loro denigratori.

Canzoni di forti impatto come la titletrack, " Warriors Of The Road", o ancora "Night Of The Wolf" faranno sicuramente felici gli amanti di questo genere, mentre molto divertenti sono pezzi come "Stand Up And Fight",pezzo che il vecchio Byff potrebbe scrivere ad occhi chiusi oramai, e " Mare In Bellfast", con quest'ultima che ha nel mezzo un bel riff che non potrà che far fare headbanging a chiunque la ascolti. Più "oscure" e cadenzate, ma comunque godibili sono "Guardians Of The Tombs" e "Walking The Steel", che però hanno dalla loro un bel ritornello da cantare in sede live e che farà sicuramente effetto.

Dai Saxon nel 2013 io non chiedo niente di meglio. Album come questo " Sacrifice" sono un qualcosa di veramente raro di questi tempi, tempi nei quali hanno decisamente più spazio altri generi come il Death o l'Alternative Metal. E se per ascoltare un genere ormai quasi in disuso come l'heavy devo aspettare cinque anni per un disco da gruppi come i Maiden o i Priest...Beh, io resto ancorato ai vecchi e buoni Saxon, che non faranno uscire certo un capolavoro come vecchi gruppi ancora cercano di realizzare, ma che dimostrano ancora di saper fare quello che sanno fare meglio, senza tanti fronzoli. Tanto di cappello.

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