Quale sarebbe stata la direzione per un cantante e chitarrista negli anni novanta, se non ci fosse stata la musica grunge? Quali la direzione sonora, la metrica, il livello cui aspirare, il riferimento per piacere, il modello da cui derivare?
Per farla semplice, il signor Dan Wilson, praticamente i Semisonic, nel 2001 aveva oramai smarrito i suoi sogni di rock n'roll. Lo dimostra "All About Chemistry", disco di pop chitarristico leggero e tutto sommato poco pretenzioso, provvisto di qualche singoletto da mandare puntualmente in classifica, ma che in nulla assomiglia a quella "pop song che anche uno che ascolta grunge può gradire" che è "Closing Time", e che non ha il ritmo di "Across The Great Divide", non ha le chitarre di "Singing In My Sleep", non ha la ritmica corposa ed i riffs di "Over My Head"...
Qui c'è pop ballabile, accattivante e ruffiano, roba per fighetti amaranto o per brit poppers di (pen)ultima generazione come i Franz Ferdinand. Poi c'è del college rock potabile come una bibita sgasata, ed infine una serie di ballate tanto buone per scrittura quanto mal gestite nell'esecuzione, colpa di una band troppo beneducata e dal sound eccessivamente lieve. A questi arrangiamenti superficiali s'aggiunge l'interpretazione di Wilson, veramente troppo da bravo bambino. Per tali ragioni quasi non ci si avvede della bontà di "Act Naturally", "Surprise" ed "One True Love" , scritta e cantata nientemeno che con sua altezza Carole King. Ed è proprio quest'ultimo brano che, assieme ad "I Wish", in cui il giusto struggimento arriva nel ritornello grazie alle chitarre elettriche e ad una seconda voce femminile non accreditata, che ad "All About Chemistry" viene concesso di beneficiare anch'esso di una manciata d'acuti, povero disco mio.
Quando manca quel minimo di rock è come se mancasse la farina: che impasto crei, che intruglio potrai mai farne venir fuori, visto che la tua band è un powertrio? Ed il fragore delle chitarre è come un vino azzeccato: anche se mangi male c'è sempre lui che sistema tutto. "All About Chemistry" è essenzialmente una Sprite calda, acqua e zucchero priva di freschezza e bollicine. Un aggiunta di un po' di vino rosso come dico io avrebbe trasformato una roba inservibile in un drink da locale pubblico, ma così non fu.
Le chitarre sono come un vino di campagna, forte, "in pietra", come si dice dalle mie parti. In America si direbbe "in stone". O forse, più propriamente, "in rock".
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