Mica lo so se qvesto è (stato) davvero un granbeldisco.
Probabilmente anche no.

Quel poco che so dall'alto della mia sconfinata ignoranza è che non ti fa venire voglia di lanciarlo in aria dopo i primi 45 secondi.
E questo istinto non è che sia sia poi così infrequente con questi piagnistei pesudo hardcore-melodici.

Diciamo anche che questi Losangelini non si sono inventati gnente-di-nulla e il genere proposto ce l'avete tutti ben presente: tra i più autoreferenziali e ripetitivi le di cui note siano state trascritte sul pentagramma dai tempi del Quartetto Cetra in poi.

Ma per quel nulla che può valere, por migo es uno tra i migliori dischi di ardegore melodico californiano:
e il bello è che fu pubblicato decisamente fuori tempo massimo quando il genere, se mai avesse avuto qualcosa da dire, l'aveva già ampiamente fatto almeno una decina di anni prima.
E questo nonostante almeno un terzo dei brani arranchi: pezzi tendenti al moscetto andante senza guizzi perfetti per un pubblico di teenagers cresciutelli che giocano a Mira El Dito.

Nei dischi successivi questa tendenza allo sfacelo-pop è diventato il trademark assoluto del gruppo traslandoli definitivamente in una zona nè-meat-né-fish che definire dimenticabile è un complimento.

Ve l'ho detto: già il genere è quello che è, ma se poi si mettono in testa pure di fare i piacioni.

Epperò quella mezza manciata di brani (che non elencherò neppure sotto tortura: andate a cercarveli, ohibò) che fanno la differenza sono davvero piacevoli, ficcanti e riusciti:
dotati di un humus strumentale aggressivo il giusto e melodico non sdolcinato a cui risulta harduo opporre resistenza.

La vera forza trainante è l'ugola felpatamente arida del frontman John Bunch: tipico nome da wrestler di terz'ordine e solo per questo adorabile.

Per farVi rabbrividire potrei definirla come una via di mezzo tra primi Offspring e secondi Offspring.
Pensa te.

Facezie apparte l'impianto sonoro richiama di brut, Adolescents, Dag Nasty, Bad Religion, Pennywise e compagnia sferragliante. Però mi sia concesso di sottolineare che raramente da quelle penne sono usciti pezzi così netti e fulminanti.

A distanza di quasi venticinq'anni di quel insulso calderone resta forse l'unico album di cui ricordo e ascolto con piacere i pezzi ancor'oggi.
Ottimo per la corsetta mattutina allo spuntare dei primi timidi raggi di sole, prima che arrivi il solleone tropicale a carbonizzarVi quei pochi neoroni funzionanti che vi restano.

Allacciatevi le scarpe putrescenti e strecate play.
Il resto lo fanno loro.
O quasi.

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