Lo Swamp Club di Massa offre sempre buona musica e la serata di sabato 19 ottobre non è stata da meno, anzi: sul piccolo palco del locale, si sono esibiti gli spezzini Septem i milanesi Menarka. Ho avuto la fortuna e il privilegio di assistere al concerto non da semplice spettatrice ma da -se così si può dire- “membro” dello staff dei Septem, così da assistere a tutta la fase pre-concerto: preparazione degli strumenti e Sound-check.
Il concerto parte alle 23:00 con un'ora di ritardo rispetto alla programmazione ufficiale. Sono i meneghini Menarka ad aprire le danze con un Metal originalissimo intriso di elementi Thrash, Crossover, Hardcore ed Heavy amalgamati bene fra di loro grazie alla personalità e la background diversificato dei cinque musicisti.
Il cantato veloce e aggressivo di Kyt Walken sovrasta l'impianto ritmico bestiale del bassista Ale Umberti e del batterista Johnny e di quello chitarristico ad opera di Andrea Diamond e Spiddu. Muri chitarristici, sfuriate Hardcore e refrain quasi Heavy deliziano il pubblico locale per 40 minuti di concerto. Pur non conoscendo la produzione dei Menarka lascio qua la scaletta dei brani proposti (lascio un link del gruppo alla fine della recensione, per chi fosse interessato a conoscerli musicalmente): “Starving Into Wilderness”, “Mischa Wolf Is Dead”, “Ride Home To Crimes”, “One-Eye Therapy”, “Chronic Army Boy”, “Superloud Mouth Blagging Tosser”, “No More Therapies”, “Mountains Pulpebra”, “No Pain No Gain”. Un gruppo da scoprire e fatelo!
Dieci minuti e il pubblico numeroso dello Swamp diventa euforico con l'entrata in scena dei Septem (gruppo di cui ho avuto modo di recensire il disco d'esordio su una webzine metal, lo scorso aprile). Le prime tre track “Mind Loss”, “The Stranger” e “Journey To Eternity” fanno impazzire i presenti. Performance da urlo con la sezione ritmica Albericci- Mariotti (basso e batteria) che non conosce sbavature. Le due asce Scontrini- Monteaperto impartiscono refrain potenti e la voce di Armanini non cede di un attimo, regalando steccate vocali magistrali.
Nonostante alcuni inconvenienti tecnici (presto risolti) dovuti all'eccessivo volume delle chitarre che hanno coperto la voce di Armanini nella prima parte del live, il resto della performance fila liscio con quasi tutta l'esecuzione del disco: dai cavalli di battaglia “A Different Day”, ”Keep Metal Alive”, “Purified By The Pain”, ai brani meno noti, “Rebirth”, “Choose Your Death” e “Cold Dead Heart”.
Heavy Metal alla massima potenza!
Una serata che è l'ennesima dimostrazione di come la scena Underground Italiana sia costellata di realtà musicali cariche di passione e talento! Un grazie ancora ai Septem e ai Menarka per la splendida musica!
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