In giro ormai si sente parlare di decadimento di generi come il death/black metal, eppure io mi mantengo sempre sulle mie posizioni, a maggior ragione dopo aver ascoltato questo lavoro più che valido, lanciato sul mercato dagli stessi Septic Flesh dello splendido e convincente "Sumerian Daemons". Coloro i quali avessero avuto l'opportunità di ascoltare egregiamente quest'album, prestando particolare attenzione anche ai testi, si sarebbero accorti di un fattore negativo e di due notevolmente positivi.

Sicuramente lungo lo scorrimento dei quaranta minuti di "Communion" ci saremmo accorti che rispetto al passato hanno proposto un lavoro senza troppe pretese, dando maggiore spazio ad una fase di lavoro intenso nonchè di sperimentazione. Questo duro processo di transizione è dovuto al semplice fatto di aver preso la decisione di produrre promiscuamente da una parte brani incentrati su un death dai contorni, seppur limitatamente, black e dall'altra pezzi nei quali vengono abbandonate tutte le forme di metal estremo, avvicinandosi a quello epico/atmosferico nonchè sperimentale.

Se fossi stato un loro fan mi sarei soffermato esclusivamente sui due fattori positivi che prontamente ora rivelerò e che innalzano quest'opera sia dal punto di vista qualitativo che compositivo: inutile non ammetterlo, i Septic Flesh, ancora oggi e dopo quasi venti lunghi anni, detengono una creatività e freschezza fuori dal comune e riescono a proporre i loro fidati generi musicali, partendo da schemi di base che vengono sì stravolti e ricreati attraverso i loro ripetuti lavori di sperimentazione, ma non rinnegati e completamente abbandonati. Ciò che mi ha affascinato profondamente e che inciderà sulla mia media finale sta nel fatto che è una delle poche band che propone dettagliatamente, nei propri testi, temi in continua evoluzione. In questi anni i loro testi son risultati particolarmente riflessivi ed aderenti ai fatti che son accaduti lungo il corso della storia antica, preferendo all'abituale e a tratti ormai noiosa mitologia nordica quella ellenica, romana ed orientale.

Gli elementi fondanti della loro filosofia e del loro globale sound vengono esplicati notevolmente a partire dalla prima traccia "Lovecraft's death". Il testo è di una lucentezza incredibile e di una profondità sublime che serve a richiamare e soprattutto ad immortalare, alla grande, la maestosità di uno degli autori più fecondi come rappresentazione del fantastico dello scorso secolo, H.P. Lovecraft. Giustamente hanno voluto incominciare l'opera introducendo un sound che richiama le magnifiche e sognanti atmosfere orientaleggianti, innescando dei riff a ritmo di mitragliatrice e con l'utilizzo di un "drums" che si rifà particolarmente a quello utilizzato in "The Serpentine Offering" dell'ultimo lavoro dei Dimmu Borgir. "Anubis" e "Sangreal" sono i pezzi che ci rimangono incastonati nella mente non tanto per essere, nei loro rispettivi ritornelli, molto orecchiabili ma soprattutto perchè si lasciano abbandonare nell'epico e nel sinfonico, realizzato, ancora una volta, in maniera proficua e altamente produttiva, da chitarre e samplers. Altro fattore che influisce quasi miracolosamente sulla nostra memoria è affidato alla voce di Sotiris che, per quest'ultimo lavoro, si è rivelata essere molto più padroneggiante e al tempo stesso teatrale e vagamente nasale (alla francese..). Altra song che spicca per i suoi caratteri ellenici, per il suo sound sia death che al tempo stesso epico e per i suoi testi di altissimo valore, è "Persepolis". Il testo richiama alla mente la distruzione di questa magnifica città ed il sound potrebbe tranquillamente essere preso in considerazione da registi per produrre la colonna sonora di qualche film che si attiene a tutto ciò. Le restanti tracce, nonostante sia sostenute alla grande da una parte dalla voce gutturale di Seth, dall'altra da quella sinfonica/teatrale di Sotiris, si rivelano essere di una qualità a tratti, purtroppo, altalenante e ritrovano la loro raffinatezza soltanto nell'ultima traccia "Narcissus". Se qualcuno di noi conoscesse perfettamente la mitologia greca e soprattutto le vicende dell'efebo Narciso saprebbe già in partenza l'impostazione di quest'ultimo elegante testo, che ha il compito di chiudere così fedelmente, con un sound dai richiami hard rock, le danze di amore, passione e mitologia ellenica.

Tutto ciò fa sì che in Grecia i Septic Flesh siano considerati, attualmente, una delle band metal più importanti, interessanti e feconde, insieme ai connazionali Rotting Christ. Per i fan risulterebbe d'obbligo l'acquisto immediato di questa magia ellenica, per i restanti consiglierei vivamente di prestare ugualmente ascolto a questa magnifica perla che, al giorno d'oggi, ahimè, se ne scorgono sempre più raramente.

Elenco tracce e video

01   Lovecraft's Death (04:08)

02   Anubis (04:18)

03   Communion (03:25)

04   Babel's Gate (02:58)

05   We, the Gods (03:50)

06   Sunlight / Moonlight (04:09)

07   Persepolis (06:09)

08   Sangreal (05:17)

09   Narcissus (03:59)

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