Io mica me lo immagino un gruppo punk svizzero. O se me lo immagino viene fuori una cosa del tipo che se sui manifestini ci sta scritto che il concerto inizia alle nove, questi alle otto, cinquantanove minuti e altrettanti secondi sono già tutti sul palco e attaccano a suonare, e se la fine è alle nove e mezza, alle nove, ventinove minuti e altrettanti secondi, tutti giù, con precisione svizzera appunto, mica si può disturbare la quiete di quelli che domani lavorano; il pubblico, tutti composti, nessuno urla o fa baccano, e poi nessuno con una birra in mano, unica consumazione quella di cioccolata e guai a chi butta a terra la carta; alla fine, riposti gli strumenti, prendi i soldi dell'ingaggio e di filato in banca a depositare il malloppo nell'efficientissima banca di vicinato, con tante benedizioni al facondo segreto.

Insomma, un gruppo punk palloso come la Svizzera, che tanti anni fa Paolo Rossi sulla Svizzera ci faceva un monologo divertente ma non me lo ricordo più, passato troppo tempo davvero; però mi ricordo gli svizzeri di Aldo, Giovanni e Giacomo che confermano.

Poi, il bello è pure che i luoghi comuni ci sono e stanno lì in attesa di smentita e ogni regola è fatta per essere eccepita.

Ad esempio, Shady & The Vamp è una banda punk di stanza in Svizzera, conosciuta da poco anche se è attiva da quasi dieci anni ma è che ha fatto uscire poche cose, una cassetta, una manciata di singoli e split e due soli album; comunque, la cosa che più conta è che mi ha fatto una buonissima impressione; oltre a smentire il luogo comune del prendi i soldi e scappa in banca, perché tutto quello che ha suonato finora sta sulla mai troppo lodata paginetta Bandcamp per chi vuole sostenere e a gratis per chi vuole arraffare e godere senza sostenere.

Quasi tutto il materiale è garage anni '60 e merita ma il secondo album merita pure di più, a partire dal titolo, «The Holy Teachings of Rock'n'Roll» cioè i sacri insegnamenti del roccherrolle, perché questa è materia di fede e la fede o ce l'hai o mica te la compri e io alle conversioni sulla via di Lucerna non ci ho creduto, non ci credo e non crederò mai; perché il roccherrolle è qualcosa che che si ama senza discutere, sempre.

Ma l'album merita tanto per come suona, una virata decisa verso il punk'n'roll, e del garage resta poco davvero, forse giusto l'organo che si prende l'assolo nella conclusiva «Get Wild». Per il resto, è punk'n'roll di ottima fattura che deve tutto o quasi a Johnny Thunders e «Born Touloose» sta lì a testimoniare, un po' come i New Bomb Turks di «Born Toulouse Lautrec», e viva Johnny Thunders, viva i Turks e viva il rock'n'roll duro e puro.

Ché poi il rock'n'roll di piccoli grandi eroi da celebrare ce ne ha tanti e se qualcuno ha il coraggio di sostenere che gente come Hank Williams e Johnny Cash, tanto per dirne due famosi e così rappresentare i tanti ignoti che hanno fatto la storia e se non l'hanno fatta grande sicuramente l'hanno fatta appassionante, se certo country non è rock'n'roll e qualcuno se la sente di sostenerlo, prego si accomodi; e allora va così che «You're Not to Blame» è un'altra cosa bella che mi riporta a quando in giro c'era un teppista come Jason Ringerberg che il country lo iniettava di impeto e vigore che i Sex Pistols si sognavano, tanto per dirne un altro di piccolo grande eroe mio e di pochi altri; e siccome non ci sta due senza tre, ci metto in mezzo pure Sonny Vincent e mi piace pensare che i punk'a'billy tiratissimi «Down at Joe's Best Power Food» e «Sex Drive» siano un tributo pure a lui e a tutta la marmaglia che a diffondere il sacro verbo del rock'n'roll ci ha speso e ci spende ancora la vita.

Tanto per dire che questo è un gran disco, anche se la Svizzera in quanto tale rimane sempre una palla. Viva Shady & The Vamp, abbasso la Svizzera, insomma.

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