Inizio proponendo di pensare ad un’esibizione di prestigiatori.

Perfetti, smoking impeccabili, polsini bianchissimi, ingemellatissimi, acconciature scolpite, impomatate, non un capello fuori posto, movimenti veloci, eleganti, ipnotici, bicycle fiammanti che volano, spariscono, ricompaiono e spariscono di nuovo, e voi non ci capite piacevolmente nulla.

Poi arriva un tizio vestito strano, non trasandato eh, semplicemente diverso. Vi colpisce ma non riuscite a collocarlo nelle varie situazioni tipiche che il vostro cervello ha in catalogo. È tutto movenze a scatti. Gli mettono a disposizione mazzi di bicycle nuovi di pacca per i suoi numeri, ma lui li rifiuta. Va a comprare Novella 2000, numero di Agosto, strappa il cellofan sempre con quei suoi movimenti a scatti, tira fuori uno dei due mazzi dalla confezione modiano da scala 40 in omaggio, il resto lo butta emettendo un grugnito che da lontano suona tipo un “soo-ooka”, e con quel mazzo fa il miglior numero di prestidigit…sticazzi…azzione che vi sia mai capitato di vedere.

Bene, per ora tenete questa cosa da parte.

No, non è fuori contesto. Secondo me la fantascienza si gioca sulle stesse regole dei giochi di prestigio, ma ci arrivo dopo.

Di fantascienza di facile fruizione, prodotti per tv e cinema quindi, ai tempi in cui io ero ragazzino, se ne poteva trovare di americana e, in minor parte, di giapponese.

Io mi fiondato più che altro sulla seconda, e così mi è rimasta sta cosa che sentendo parlare di fantascienza la mia mente va d’istinto all’immaginario creato da produzioni del sol levante.

Non mi riferisco a cinema … chiamiamolo “serio”. Mi riferisco a serie animate, Leiji Matsumoto in primis, e in seconda battuta serie tv sci-fi “tokusatsu” (effetti speciali, cit. wiki) tipo quella in considerazione.

Le serie tv tokusatsu, collocabili temporalmente tra la coda degli anni 60 e l’inizio degli anni 80, sono l’anello di congiunzione tra Godzilla, ed una discreta sequela di boiate, roba “indimenticabile” tipo Winspector e Power Ranger.

Almeno le origini sono nobili, Godzilla è figlio diretto delle cicatrici del popolo giapponese causate dalle tragedie nucleari.

Ad accomunarle c’era l’interazione tra uomo e macchina (cyborg, androidi, robot), e lo sviluppo tecnologico collegato con la paura per l’inquinamento planetario e le radiazioni.

Lo schema frequente su cui erano impostate vede un unico eroe, quello con i poteri che contano, a volte affiancato da uno sparuto gruppo di gregari con poteri da quattro soldi, che combatte contro legioni di nemici, costituiti di solito da dinosauri o invasori alieni con la forma di dinosauro.

Forse la serie tokusatsu per eccellenza è quella di Ultraman che conosco solo di fama. Mai visto nulla.

La prima che ricordo di aver visto è stata appunto Spectreman, in cui vengono raccontate le vicende di un cyborg alieno in lotta contro le androscimmie per la salvezza della terra, che nella vita quotidiana cela la sua vera identità dietro la facciata da giornalista (… signur …). Roba per stomaci forti insomma.

Le altre serie che ricordo sono Megaloman, Koseidon ed I-Zenborg.

Prodotti che non oso pensare come possano essere considerai da uno spettatore che vedendoli non venga investito da nostalgici ricordi di gioventù simili ai miei. Roba ignobile probabilmente, con effetti speciali da art attack ed attori che fanno pose buffe/ridicole.

Io ricordo che ai miei occhi di ragazzino, proprio la raffazzonatura degli effetti speciali, contribuiva a rendere queste serie ancora più surreali, stranianti ed immaginifiche. Anche allora mi era chiaro che si trattava di roba “bun pat” (poca spesa, massima resa), ma lo spiattellamento senza vergogna della bigiotteria per qualche motivo mi faceva l’effetto contrario, quello del prestigiatore strano che fa numeri con le modiano.

Facevo il paragone con le serie sci-fi americane, fatte con i soldi giusti, effetti di ultima generazione, insomma, i prestigiatori perfetti con le bicycle … e a mio gusto tutta quella lacca si portava appresso subito la puzza del barbatrucco (perdonami lector, lo so che Star Trek è roba seria, che ha saputo affrontare come nessun altro anche tempi impossibili tipo i vari paradossi del nonno, di conoscenza etc., lo so credimi).

Niente, nostalgie di quando ero banotto.

L’immagine che ho scelto può trarre in inganno. Il tipo non sta facendo il saluto romano. Non si tratta di un cyborg nazzi, quella posizione gli permette di ricevere i raggi dalla stella di origine per la trasformazione.

Va beh. Occhio alla punteggiatura. Alla prossima.

Nano, nano.

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