Chi è il miglior cantante rock di sempre?
Beh, su questo punto ci potrebbero essere molte divergenze ma, probabilmente, quelli che salterebbero fuori sono i soliti nomi: Freddy Mercury, Ian Gillan, Robert Plant, Ronnie James Dio, Glenn Hughes, Rob Halford, Bruce Dickinson.
Tuttavia c’è un semisconosciuto singer statunitense che rappresenta l’archetipo del cantante rock, la perfetta fusione delle migliori qualità dei succitati artisti: il suo nome è Mark Free.
Egli eredita la potenza di un Dio e l’estensione vocale di Gillan, la padronanza scenica di Plant e l’istrionismo di Mercury.
Già con i King Kobra, ottima band di class rock, è però con il progetto Unruly Child che otterrà il meritato consenso di critica e pubblico, ma il suo nome diverrà leggenda con l’unico disco dei Signal, appunto Loud & Clear.
Pubblicato dalla EMI nel 1990, per molti anni questo platter rappresenterà il Santo Graal del rock adulto statunitense, un’introvabile reliquia, qualcosa da avere a tutti i costi e da venerare. Per la registrazione la EMI non badò a spese, fornendo alla band una produzione stellare, ma quando fu il momento di promuovere il disco, inspiegabilmente, la casa discografica guardò altrove, stampando pochissime copie e licenziando immediatamente gli artisti. I pochi fortunati che riuscirono ad accaparrarsene una narrarono di un disco fenomenale, un qualche cosa che avrebbe riscritto le pagine del rock melodico.
Dopo ben 9 anni, la casa francese Axekiller decise di ristampare su larga scala l’oramai introvabile opera, che aveva raggiunto, nel mercato dell’usato, prezzi da capogiro. Loud & Clear è l’apoteosi della melodia in chiave rock, il non plus ultra dell’AOR a stelle e strisce. Non saprei dire se è il miglior disco mai realizzato di questo genere, anche perché gli insegnamenti dei Journey, Toto, Survivor e Foreigner già erano stati impartiti, ma in questo disco vengono rieseguiti magistralmente, sublimati dall’interpretazione di Mark, assolutamente sopra le righe, tale da rendere qualsiasi canzone normale un inno.
L’accattivante riff iniziale di In the arms of a stranger fa da trampolino per una potente cavalcata rock, caratterizzata da un refrain memorabile. L’anthem rock raggiunge vette ineguagliabili in Does it feel like love e Run into the night, brani potenti ma caratterizzati da aperture melodiche in cui la voce di Mark regala emozioni uniche. Could this be love è talmente dolce e zuccherosa che vi farà rischiare un coma diabetico, mentre il ritornello di You won’ t see me cry vi si piazzerà nella testa e non vi abbandonerà più. Wake up you little fool e Go, dimostrano come sia possibile combinare la melodia con la potenza del class rock, mentre sonorità addirittura funky faranno capolino in My mistake.
Dopo la breve avventura negli Unruly Child, altra band stratosferica, e lo tsunami chiamato Grunge, Mark scomparirà a poco a poco dalle scene, regalandoci qualche album solista sempre di alto livello. Qualche anno fa è riuscito a realizzare il suo sogno, cioè di cambiare sesso e diventare Marcie Free. Oggi sembra che abbia completamente abbandonato il mondo della musica. Ma chi è leggenda non sparisce mai… .
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