I Sinoath sono un nomestorico della scena metal italiana: il gruppo di Catania è attivo fin dal lontano 1990. Inizialmente devoti ad un death-black metal estremo, i Sinoath hanno poi pian piano “ammorbidito” il loro sound fino a lambire territori musicali prossimi ai seminali Black Sabbath. Non a caso per questo loro nuovo disco, intitolato “Anamnesis”, hanno firmato per la Black Widow di Genova, un vero e proprio punto di riferimento per i seguaci del genere. In “Anamnesis” le ambientazioni sono oscure, pesanti e opprimenti nella migliore tradizione “sabbathiana”. Le chitarre lente e distorte, la batteria cadenzata e le tastiere spettrali riescono realmente a creare un’atmosfera occulta. Fin dall’iniziale title-track siamo proiettati in un paesaggio brumoso, in una campagna avvolta dalla nebbia in cui si può scorgere, in lontananza, le rovine di un vecchio maniero. La successiva “Saturnalia” è caratterizzata dai colpi di un’insistita e ossessiva batteria che lascia poi spazio a ritmi più lenti: il brano prosegue poi concitato per finire in maniera solenne: non siamo poi così lontani da certe suggestioni anni ’70. Dopo l’incisiva “Journey Unknown” in cui troviamo un vocione “growl” indemoniato è la volta della tirata “Join Us”. Ma il pezzo forte di “Anamnesis” è, a mio avviso, la lunga “The Absolute Nowhere”: l’inizio è mistico e molto d’atmosfera, la traccia si evolve, fra cambi di tempo improvvisi, verso soluzioni dark-prog e psichedeliche con le tastiere in evidenza a creare un effetto quasi da colonna sonora di un film horror. Davvero un grande pezzo con un finale molto coinvolgente! Chiude “Arcadia”, impreziosita dai ricami della chitarra acustica e da un’aura decadente e onirica che ci avvolge in un manto cupo e tenebroso. Sicuramente siamo di fronte ad un disco riuscito anche se inevitabilmente derivativo: gli amanti del genere apprezzeranno.

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