La storia del rock è come il Cubo di Rubik, difficile individuare il meccanismo giusto per disincagliarne ogni sezione riportando le sei facce a un ordine perfetto. A volte l'accoppiata cervello-pazienza può non bastare, ed ecco quel simpatico rompicapo lasciato in un angolo, in compagnia della polvere.

E' ciò che è capitato al Punk poco tempo dopo la sua comparsa, spremuto e disidratato dal business, e se in Inghilterra ha lasciato nel bene o nel male una postuma eredità, negli States è stato colto in diverse flagranze di reato, a seconda dello stato di appartenenza, e giudicato da corti diverse, col risultato di avere, per la stessa condanna, sentenze benevole e sentenze pesantissime.

La scena NewYorkese, intellettualmente solida, e quella Californiana delle suburbane depressioni, non ebbero troppe dita puntate contro, e gli industriali fumi psicopatici di Akron e Cleveland si celarono abilmente in quella coltre spessa uscendone praticamente indenni.  Ma in una metropoli come Chicago, il coraggio della verita' in uno dei pochi genuini esempi di realtà ed arte strettamente conniventi, non solo fece scalpore, ma rese il personaggio in questione un qualcosa da evitare, bandire, e se possibile, eliminare definitivamente.

La strana storia di JIM SKAFISH ha inizio nei primi '70: ragazzino prodigio, figlio di una soprano e di un musicista, con la sola pecca di essere brutto, dall'enorme naso deforme e dall'indole presto deviata da una cronica mancanza di vero affetto. Subisce di tutto in quegli anni, il costante scherno scolastico, abusi e violenze nell'ambiente cattolico, tentativi di riabilitazione psichica forzata...ma il ragazzo non molla, scopre che in città vivono altre giovani anime con lo stesso problema, e alcune di loro sanno suonare uno strumento. Insieme non hanno più paura a farsi vedere in giro, e nel 1976 la posse si trasforma in una band che porta il suo cognome.

La loro prima esibizione, nel febbraio di quell'anno, lascia senza parole anche i musicofili più open-minded: Jim sale sul palco vestito con un prendisole da casalinga e un taglio di capelli a scodella, e tra lo stupore generale inizia uno strip che lo lascia in costume da bagno intero, liberandosi anche di quello durante il brano SIGN OF THE CROSS, ricordo in musica della pedofilia subita in chiesa, rimanendo solo in slip "personalizzati" ed esibendo un piccolo seno, segnale di un cambiamento non solo interno, e in via di sviluppo. Il Punk, a detta di molte firme autorevoli, era arrivato in citta'....e in che modo!

La reazione del pubblico è altrettanto shocking: lo scherno continua e le risse non si contano: un anno dopo, in un teatro cittadino, aprendo uno show della rock'n'roll revival band SHA NA NA, Skafish provoca un tumulto tra i 6000 presenti, l'evento viene filmato, compresa la scena di un uomo che tira fuori una pistola puntandola contro Jim al centro del palco, ma l'arrivo provvidenziale della polizia evita il peggio.

Prima band di Chicago a suonare al CBGB's di New York, coi Ramones sotto il palco, e al Whisky a Go-Go di Los Angeles, e prima band americana a firmare un contratto per la I.R.S. di MILES COPELAND, fratello di Stewart, che li vorra' in Inghilterra per il progetto URGH! A MUSIC WAR e relativo film premiato a Cannes, nel quale compaiono come ciliegina sulla torta insieme ai Police e agli XTC, che non nasconderanno l'ammirazione per quel sound "cangiante".

Eh si, anche la musica è una vera sorpresa: il contratto viene firmato nel '79, e il disco registrato in estate risente di un'evoluzione stilistica non da poco, il pianismo Jazz e Honky-Tonk di Jim si mescola alle tentazioni elettroniche del sorprendente tastierista JAVIER CRUZ, capace anche di aggiungere inedite aperture progressive grazie a un inaspettato uso del mellotron, mentre le chitarre e la ritmica, quando occorre, mantengono una sana e rognosa inclinazione Punkish.

I 5 pezzi del primo lato sono un crudissimo musical mai andato in scena: il dileggio con tanto di stalking telefonico verso una cicciona sfigata in JOAN FAN CLUB, i rapporti difficili di MAYBE ONE TIME  che anticipano musicalmente di un lustro il disincanto degli SMITHS, e se non sono corrisposti, come nella magistrale OBSESSIONS OF YOU, finiscono per inneggiare al suicidio. WE'LL SEE A PSYCHIATRIST e' una diapositiva familiare spiccatamente autobiografica, ad anticipare il Pat Boone demenziale di ROMANTIC LESSONS, tenero quadretto di uno sprovveduto guardoncello, che impara sbirciando di nascosto le limonate altrui. Se aggiungiamo la gogna domestica in DISGRACING THE FAMILY NAME, le scene di gratuita violenza in NO LIBERATION HERE, e il testamento sbattuto in faccia di TAKE IT OUT ON YOU, ce n'e' in abbondanza per appellarsi a qualsiasi corte.

SKAFISH è stata una magnifica occasione mancata nella scena rock, le parole di Miles Copeland si commentano da sole:

JIM SKAFISH WAS ONE OF THE GENIUSES I THOUGHT I COULD GIVE TO THE WORLD, BUT THE WORLD WASN'T READY! 

 

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