"Puttana?
Mi stai dando della puttana?
Hai il coraggio di dare della puttana a me?
E tu cosa sei? Guardati!
Guarda cosa sei oggi... ma ti ricordi cos'eri ieri?
E allora chi è la puttana?...
"


I più amati e più odiati allo stesso tempo della scena gli Skruigners se ne sbattono altamente di tutto e tutti mettendo in scena il loro personale spettacolo chiamato "Niente Dietro Niente Davanti" che segue "DuemilaTre".

Il disco vede l'ingresso nella line-up di Tazdio e Mattia rispettivamente alla chitarra ed al basso a cui si aggiungono la vera mente del gruppo il batterista e autore dei testi Carlame che si affianca ad un ottimo Ivan dietro al microfono.

La cosa che si nota subito è il buon lavoro svolto dalla Tube records, per una produzione che suona potente ma pulita, dove i suoni degli strumenti vengono valorizzati singolarmente a differenza di molte produzioni hc dai suoni impastati.

19 pezzi per 28 minuti circa di musica, 1 min e 30 di media a pezzo. Basterebbe solo questo dato per trarre le dovute conclusioni.
Non è musica per tutti, ci vuole adrenalina in corpo qua, rabbia e inquietudine per farsi entrare nel sangue questo tipo di musica. Niente arpeggi e orpelli. Qua c'è solo sudore.

Un occhio sicuramente va dato in direzione dei testi. Gli Skruigners non prendono posizioni nette, non indicano soluzioni, non ci sono slogan retorici qui, non si danno risposte e le domande al massimo se le pone l'ascoltatore. Solo diapositive e scatti instantanei  marchiati a fuoco di vita vissuta, realtà sociale. Una presa d'atto, una fotografia senza ritocchi di quello che vedono dalla loro prospettiva. Nessuna suggerimento, nessun orizzonte, nessuna meta, nessun domani ("Dieci passi in un istante dieci anni in un minuto circondato da comparse in mezzo al vuoto assoluto...").
Affreschi di disillusione e pessimismo su una società saldamente incardinata su dogmi e mentalità chiuse ("Va tutto bene tagliati le vene come cani abbaiono migliaia di persone tutte chiuse a chiave nella testa io ci odio vivo inseguito tra la confusione solo tra la folla")

Si predilige più il mesaggio più che il sing-along e l'abbandono della forma-canzone ne è un fulgido esempio ("Io non mi volto mai", "Io ci odio", "Come foglie", "L'ultimo sorriso"), salvo tenere le cartucce migliori in serbo alla fine con quelle che vanno di diritto tra le migliori canzoni da loro mai composte: l'anthemica "Il peso del cielo" e la furia assassina ai limiti del thrash metal nell'invettiva-accusa sarcastica di "Suono per i soldi" che si apre con un curioso sample prima che Ivan cominci a vomitare sul microfono tutto la sua rabbia ("Suono per i soldi niente più passione penso al portafogli non alle canzoni ieri ero sincero oggi lo faccio solo per moda perchè piace e rende puttane, soldi e droga...").

Pur essendo un disco monolitico e canonico non mancano variazioni sul tema come il grind-core di "Ltsvf" cover dei Bestiamadonna (progetto extreme di Carlame) e si prende un po' fiato su "Quanti segreti" dove risalta maggiormente la melodia. Esaltante ed esplosiva la batteria, bene i nuovi ingressi che portano forse un maggior peso tecnico dentro il gruppo.

Tanta roba.

"Come foglie al vento
danzando sul cemento
mi sveglio lontano
e ne ho fatta di strada
ma non so dove sono
sono come una foglia
voglio che soffi il vento
fisso negli occhi il destino
gonfio di vino su questi lunghi silenzi
ed ho visto troppe cose
e mari che non dimentico mai
con un soffio di vita è tutto da capo
così tutto da capo
nudo aspettando che soffi il vento
nudo aspettando che venga il mio momento
come foglie
senza meta senza domani
come foglie
come foglie
come foglie
mescolate a caso all'infinito...
"

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