"Mia madre non mi ha mai detto che l'amore e' uno sport sanguinario" (Chris Corner)

Gia', e la mia non mi ha mai avvertito che e' difficile resistere ai luoghi comuni.

Faccio un esempio: diciamo che negli anni '90 nell'ambiente elettronico a farla da padrone e' il Trip-Hop e prendiamo due ragazzi (che poi diventeranno quattro) di Reading, Inghilterra con una passione per la nobile arte del Disc-Jocking (passatemi il neo-logismo) e una viscerale attrazione per i Depeche Mode, pensiamo che dopo un po' di underground in vari club e cantine riescano a metter su un progetto e per renderlo appetibile(dati i tempi) spruzzino qua e la sonorita' trippy e affidino il cantato a una dolce donzella come vuole la moda del tempo (1996).

Incredibile a dirsi ma se dentro l'album in questione (Becoming X) la canzone di punta si chiama "6 Underground" il gioco e' fatto: passaggi in Heavy-rotation, un jingle pubblicitario, la presenza in una colonna sonora (Il Santo) e una collaborazione, con un altro pezzo, con il Reverendo Manson nella colonna sonora di "Spawn", si, insomma, le cose vanno bene… e poi… e poi.. e poi niente gli anni '90 finiscono, il Millenium Bug porta via con se il dominio dei club calcistici italiani in Europa, il grunge e anche il Trip-Hop.

Peccato che i nostri di queste origini ne abbiano ben poche ma il rischio di collassare con tutto il sistema e' grande, e poi si sa, anatomicamente e mentalmente la verginita' non si ricrea, ma i nostri ci provano lo stesso: allora via Kelly Dayton(la cantante), che a dire la verita' mal si adattava al suono del gruppo e al suo posto il fondatore Chris Corner, ben piu' adatto all' interpretazione delle proprie liriche e Liam Howe (l'altro giovanotto di cui si parlava prima) di nuovo ad un lavoro piu' da tastierista che da disc-jockey.

Ma ormai la frittata e' fatta e i Sneaker Pimps gia' belli archiviati (e dimenticati) nel calderone Trip-hop… Una disdetta, perche' i lavori successivi degli ex Frisk qualcosa da dire pur ce l'hanno: infatti, se comunque non e' presente in questi un cambio trascendentale di suono, l'abilita' nel muoversi nell'elettronica e una ricerca piu' articolata nelle melodie fanno si che un calore nuovo avvolga i nuovi lavori. Il risultato e' che la voce piu' duttile di Corner e un arrangiamento finalmente un po' meno "artificiale" e piu' strumentale contraddistinguono sia "Splinter"(1999) e, soprattutto, "Bloodsport" (2002).

Qui scattano i miei dolori: "quale recensire prima?", beh! Dopo un rapido esame di coscienza prendo atto che il "su e giu'" emozionale che propone il secondo lo rende favorito in una mia potenziale scala affettiva. "Su e giu'" emozionale si diceva e in effetti quello che si nota gia' ad un primo ascolto e' il costante cambiamento d' umore da una track all' altra, se infatti il suono rimane sempre in ambiente dark-elettronico (ampi riferimenti ai gia' citati Depeche Mode, ai Joy Division ma anche ai Cocteau Twins) ci sono canzoni come "Loretta Young Silks" che propongono ritornelli accattivanti, ma anche pezzi come "Small Town Witch" e la stessa title-track che invece puntano piu' su "rebounds" ritmici, si orecchiabili ma sicuramente intrisi di una malinconia che ha il suo apice nella bellissima "Grazes".

Altra caratteristica fondamentale di questo lavoro e' il suono uptempo che lo riveste, da prima aggressivamente (le iniziali "Kiro Tv" e "Sick") per poi attenuarsi gradualmente nel corso dell'opera, fino a diventare un contorno che serve solo a contestualizzare meglio un lavoro che altrimenti suonerebbe un po' troppo retro'. Dentro a questo apparente concept spicca la diversita' di "Fuel", canzone che propone ritmi veramente taglienti e in cui si nota una certa riverenza per il sound di Gore & co., ma il bello e' che rimane appunto citazione e non sicuramente plagio. Molto interessanti le liriche che per lo piu' parlano di frustrazioni sentimentali e si trovano bene nell' ambiente musicale costruito dal quartetto inglese.

Insomma, un album diverso, poco convenzionale ma sicuramente non ostico, in cui ci trova spesso a battere il tempo involontariamente, grazie ai vari riferimenti dance che comunque si trovano abbondanti ma mai invadenti.

Purtroppo, come gia' detto, il disco non ebbe troppa fortuna commerciale, anche se registro' qualche buona critica, ma forse allora (e probabilmente anche adesso) i tempi eran poco adatti. per fortuna l'LP non corre il rischio di invecchiare precocemente percio' resta in paziente attesa, intanto Corner ha intrapreso un altro progetto chiamato "IAMX" e chissa' che un giorno…

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