Quando ritorni a casa stanco morto ed incazzato nero dal lavoro, quando tua mamma (o peggio ancora tua moglie) ti ricorda di prestare attenzione perchè ha da poco spolverato ogni centimetro quadrato del salotto, quando la tua compagna ti fracassa per l'ennesima una volta gli zebedei con le sue solite pretese, quando la tentazione sarebbe quella di afferrare un machete e sopprimere chi ha reso invivibile la tua giornata, piazza i Soilent Green nell'hi-fi e lasciati andare al distillato di violenza del combo americano. A questo punto i sentieri che si sveleranno davanti ai tuoi occhi saranno esssenzialmente due: o le industrie farmaceutiche bloccheranno la produzione di calmanti, in quanto il disco si proporrà come il migliore surrogato agli stessi (nel senso che aiuterà a scaricare la tensione facendovi evitare inutili trascorsi dietro le sbarre), viceversa una densa e prolungata striscia di sangue macchierà gli scalini del vostro condominio, causata dalle tracce lasciate dal machete di cui sopra.

''Confrontation'' vede la luce nel 2005, all'indomani di una serie di lutti e tragedie (la più grave delle quali è stata senza dubbio la morte del bassista Scott Williams) che hanno completamente fermato la band della Louisiana da ogni attività per 4 anni, dopo album convincenti e feroci quali ''Sewn Mouth Secrets'' e ''A Deleted Symphony For The Beated Down''. I ragazzi cercano così di scacciare via i demoni nefasti, gettando in musica tutta la loro rabbia, tutta la loro frustrazione e regalandoci quasi un'ora di emozioni forti. Sto parlando del solito magma lavico incandescente, una corposa ed affinata mistura di Grind, Sludge, Hardcore e di riff tendenti al Blues, intensi e perversi alla stessa maniera. Il loro sound può essere descritto come un ipotetico incontro a metà strada tra band ''fangose'' quali Crowbar e Eyehategod, immaginario estremo alla Napalm Death e cultura Southern, ovvero: tutti parte della stessa famiglia, tutti con lo stesso vizio di bere litri di whisky e fumare campi interi di marijuana in quel di New Orleans. 

L'iniziale ''Leaves of Three'' non lascia adito a dubbi: potenza e chitarre robuste, blastbeat violento e una fisicità pazzesca negli arrangiamenti. Il tono della voce monocorde e frustrato del leader Ben Falgoust asseconda l'aridità hardcore della sezione ritmica, mentre il lavoro di chitarra risulta in completa espansione ora verso destinazioni sabbathiane (''Theory of Pride in Tragedy'' e ''Pretty Smiles & Shattered Teeth'') ora verso imprevedibili e versatili interludi strumentali: le percussioni da marcia militare di ''Southern Spirit Suite'', il tocco Jazz di ''Liquid & Cigarettes''o ancora l'assolo psichedelico di basso di ''Paper Cut''. Ammirabile la maestria dei nostri nel saper miscelare i continui cambi di tempo all'interno dei 15 pezzi proposti: il bello consiste nell'arrivare alla fine di ogni singolo episodio per assaporarne complementamente il marciume; quando poi dinanzi a noi si erge il country di ''Another Cheap Brand of Luck'' (che si trasforma velocemente in ''This Glass House of Broken Words'') è impossibile non accostare i Soilent Green ai Pantera blueseggianti di ''Far Beyon Driven'' e massacranti di ''The Great Southern Trendkill'', percependo nell'aria, salvifico, un inebriante odore di cadavere in avanzato stato di decomposizione.

''Contro il logorio della vita moderna''.

Elenco tracce e video

01   Scarlet Sunrise ()

02   Leaves of Three ()

03   A Scream Trapped Underwater ()

04   Forgive & Regret ()

05   12 Oz. Prophet ()

06   Southern Spirit Suite ()

07   Pretty Smiles & Shattered Teeth ()

08   Liquor & Cigarettes ()

09   Theory of Pride in Tragedy ()

10   Fingernails on a Chalkboard ()

11   Paper Cut ()

12   They Lie to Hide the Truth ()

13   Another Cheap Brand of Luck ()

14   This Glass House of Broken Words ()

15   A Permanent Solution to a Temporary Problem ()

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