L'esperienza segna è uno di quegli album che lasciano parzialmente stupiti. C'è in Luca Nuzzolo un non so che di già sentito e mai sentito assieme, come nei grandi, quelli già affermati e incontestabili per repertorio e pubblico ed i Soluzione fanno questo effetto. Li si lascia scorrere senza un'interruzione, bevendo tutto quello che passano, e non è sempre bello ma è sempre magnetico, lucido e alterato insieme, cervellotico e interessante. Non saprei nemmeno in che genere inserire il cd in oggetto.

C'è un gruppo che spara testi come Le Luci Della Centrale Elettrica, come gli Uochi Toki ma alla maniera propria. Musicalmente sono più dotati. Asfissiano con milioni di parole e un sound che sa di elettronica ma non ne abusa, che pullula di suoni da telefonino e videogames ma non ne soffre, solo fa pensare che ci sia un allarme scattato nell'auto accanto o che a voi sia sfuggito qualcosa. Ecco, “sfuggito qualcosa” è uno dei pensieri che rimane addosso dopo l'ascolto di L'esperienza segna. Ovvero: che a noi ascoltatori sia sfuggito qualcosa che loro, i Soluzione, hanno invece percepito? Indi, e non è poco, per rispetto o invidia si finisce con l'ascoltarli ancora e ancora. Fino alla completa assimilazione dell'album.

Così ci si innamora della title track, della splendida “Anni settanta”, della romantica e imperdibile “Luce”. Ma di rilievo son anche “Infettami” e “Gene” e la strumentale “Intermezzo uno”.

Dei grandi, senza dubbio, perché rendono facile ciò che non lo è mai: l'invenzione. E perché, per un bisogno irrefrenabile, torno continuamente ad ascoltare, a captare parole e suoni da questo Cd che sembra scritto da un adolescente geniale o da un vecchio poeta ormai, concettualmente, inafferrabile.

Carico i commenti... con calma