Internet è proprio un bel posto. Ci si può trovare di tutto. Ma veramente di tutto. E in mare magnum, uno dei miei posti preferiti è una piccola, grande isola chiamata Bandcamp: questo è un luogo magico, il crocevia della musica, principalmente underground, in cui grandi band, band mediocri e band scarse ti circondano completamente, al punto tale che non sai cosa ascoltare, tanta è la merce proposta.
Un giorno come tanti, non sapendo cosa fare e avendo deciso di andare alla ricerca di qualche gruppo sconosciuto ai più, cerco "post-black metal" nel suddetto sito e incappo in questo gruppo dal nome particolarmente intrigante (almeno per me) Somnium Nox e in questo lavoro, dal titolo altrettanto interessante, Apocrypha, la cui copertina è di grandissimo impatto. Credendo che fosse un intero album, ci clicco sopra entusiasta. Ma noto, a metà tra il dispiacere e l'incuriosito, che si tratta, in realtà, di un'unica traccia lunga 16 minuti e 13 secondi. Premo il tasto play.

I primi secondi sono interessantissimi, con un tappeto sonoro quasi ambient e qualche nota di uno strumento che, ad un primo ascolto non avevo ben riconosciuto, ma che poi ho scoperto essere un didgeridoo (i Somnium Nox sono australiani). "Che figata", penso tra me e me. Si aggiungono il basso e la batteria. L'atmosfera cupa che si viene a creare è esattamente quello che stavo cercando...
Inizia la canzone vera e propria. Drum machine con doppia cassa velocissima, chitarra distorta del polistrumentista Nocturnal (che si è occupato anche della programmazione della drum machine), scream del cantante Ashahalasin. Mi guardo attorno attentamente e scuoto la testa: "No, non ho la testa in una vasca per pesci". Perchè questa è esattamente la sensazione che si ha: il suono è estremamente ovattato e missato, per usare "un pallido e garbato eufemismo" (come diceva il mio adorato professore di Filosofia), non nel migliore dei modi. Ogni suono sembra lontano chilometri e chilometri, anche se si ascolta questo lavoro con le cuffie ben piantate dentro le orecchie. Tutto è distante. Tanto distante. Troppo distante. Magari a qualcuno tutto questo piace, anche a giudicare dai commenti sotto la canzone, ma per quanto mi riguarda rende il lavoro scadente, al limite dell'inascoltabile. Attenzione, la mancanza di qualità del suono in Apocrypha non può assolutamente essere definita come un omaggio al suono del black metal delle origini, poichè i lavori dei vari Darkthrone, Burzum e Ulver (i primi tre tra i nomi più sconosciuti a venirmi in mente...) era grezzo, spigoloso, tagliente. Questo è ovattato, come se davvero si ascoltasse della musica proveniente dall stereo posto in soggiorno mentre si ha la testa sott'acqua in bagno. L'unica scusante che posso trovare è che si tratta di una produzione assolutamente indipendente. Ma ciò non toglie che si faccia veramente fatica ad ascoltarlo
La mia valutazione sarebbe 2.5, ma non essendoci i mezzi voti, do 3, perchè la materia prima c'è ed è valida... è il trattamento che lascia parecchio a desiderare...

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