Napoli, cittá sconosciuta.

Napoli, cittá della mia patria.

Napoli, cittá di quell'altra Italia, come se la immaginano gli stranieri, quella verace.

L'altra Italia, quella plasmata daí venti caldi della storia che soffiano dal sud, dal mar mediterraneo, dall'africa.

La mia terra non è questa Italia, é un'altra, modellata daí venti freddi della storia provienienti dal nord, dalle alpi, daí popoli germanici.

Eppur la nostra bandiera é una sola, fratelli d'italia a otto ore di treno e secoli di distanza.

Eppure oggi, in quest'epoca, quando non si trovano piú nomi nuovi ma solo qualche povero "post", diventiamo tutti cittadini del mondo e le "Aneme Perze" diventano "Lost Souls".

Ed é per le orecchie di tutti i cittadini del mondo che gli Spaccanapoli suonano questa musica, musica antica, musica di oggi, musica di una cittá, musica del pianeta terra.

E se il mostro della globalizzazione divora tutto, spesso ci rigurgita qualche preziositá, come questo diamante lapidato in casa Real World.

E se qualcuno storcerá il naso sentendo tradite le tradizioni, io non posso far altro che alzare le mani al cielo per ringraziare di aver ricevuto in dono queste emozioni e sentirmi debitore verso questa cittá, la cui pietanza che ha conquistato il mondo, é diventata oggi il mezzo di sussistenza di un friulano felice, abitante ormai del sud, nel sud del mondo.

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