I terribili invasori dallo spazio.

Quanti miliardi di bisunte £ire c’avrò buttato, nella vana speranza di riuscire a piegare la tenace offensiva  marziana, non è dato sapersi: compiendo una stima, sicuramente per difetto, suppongo d'aver regalato circa mille £ire al giorno (ovvero: 10 fantastiche partite) per svariati anni al proprietario hic-et-nunc (più Hic chè Nunc a dire il vero: la vernaccia scorreva a fiumi tra gli adulti responsabili del circolo) della affollatissima saletta giochi dell’oratorio.

Ora non saprei ma ai miei tempi andava così: quella benedetta postazione che ti permetteva di inserire l’agognato “Coin” del gioco più ambito e affollato della intera sala, quello che ti consentiva di confrontarti contro i terribili ed organizzatissimi (invero anche un po’ stupidi, sempre allineati a quadrato) alieni e che ti permetteva di mandare in inconsapevole autocombustione qualche decina dei tuoi giovani neuroni [era bello quando ne avevi tanti..], dovevi pazientemente conquistartela, centimetro dopo centimetro, spesso sgomitando coi peggiori scavezzacollo del quartiere: gente che a 11 anni millantava di fumare ben due pacchetti di sigarette al giorno e che si vantava d’aver tastato ripetutamente le tette alle più sviluppate e disinibite del quartiere e che, al momento topico (quando il razzo del marziano lo faceva secco), era capace di blatterare tante di quelle bestemmie da far impallidire gli irsuti scaricatori portuensi del vicino polo industriale di Portovesme; gente tosta insomma.

Gente che quando eri alle prese contro i temibili invasori, ti fiatava di chinotto e rotella di liquirizia sul collo, sperando ardentemente che i missili e i raggi dei “marzianetti” ti facessero finalmente fuori per poter giocare loro: in pratica eri costretto a giocare contro due tipi marziani: quelli dentro al gioco che erano stati appositamente istruiti per farlo e poi contro quelli più pericolosi: quelli che ti circondavano, ansimanti e paonazzi quando t’appropinquavi a battere il loro sudatissimo record.

Tra gli assoluti pezzi di bravura che contrassegnavano i giocatori più gagliardi v’era quello invero assai arduo di tentare di colpire l’astronave (magari prendendo 300 punti!!) facendo passare il Tuo razzo tra due file di appaiati e scalpitanti marziani: la riuscita di un colpo del genere assegnava di diritto l’immediato rispetto da parte del folto pubblico.

Poi ricordo il giorno in cui, senza alcun preavviso, mestamente portarono via il nostro scatolone a tre tasti (spostamento a destra, sinistra e fuoco) preferito: venne sostituito con non mi ricordo quale nuovo “modernissimo” gioco: ogni partita costava ben duecento 200 £ire: da quel momento la mia, anzi le nostre vite, non furono più le stesse.

Game Over

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