Il primo disco degli Status Quo pubblicato nel 1968, sicuramente costituisce un importante tassello nella schiera degli album psichedelici inglesi della fine degli anni 60.
Chi e’ appassionato di questo periodo musicale, concentrato in una manciata di anni soltanto, sicuramente apprezzera’ il lavoro dei cinque musicisti inglesi, capaci di tramutare in un godibile album di canzoni pop le correnti psichedeliche che imperversavano a Londra e non solo in quel periodo. Nel suono degli Status Quo sembrano le chitarre distorte portate agli estremi la formula capace di aprire le porte del gruppo al successo. Basti ascoltare i “bizzarri” Intro-solo di chitarra di brani quali Black Veils Of Melancholy, Sunny Cellophane Skies, e soprattutto la celebre Pictures Of Matchstick Man (brano di punta che da il titolo all’album) e avere conferma di questa strana mistura di pop inglese e psichedelia hendrixiana. I due chitarristi Francis Rossi e Rick Parfitt, menti della band, suonano un po’ ruvidi sui loro strumenti ma è grazie alle buone melodie, al loro cantato e all’organo del compagno Roy Lynes che riescono a centrare una serie di potenziali hits da classifica. Inoltre l’uso dei più possibili effetti di studio adottabili all’epoca confezionano un album, pubblicato dalla Pye, spesso di trasognata psichedelia ed è in brani come Elizabeth Dream, Technicolor Dreams, e la hendrixiana Gentlemen Joe’s Sidewalk Cafe che gli Status Quo danno il meglio di se stessi. Seguono altri 2 brani che esulano un po’ dal contesto del disco: la ballata rock ’n' roll Sheila, un po’ datata, e la famosa Spick and Specks che nulla di interessante aggiunge all’originale dei Bee Gees. Ma è in pezzi come Ice in the Sun, uscito anche come singolo, e in When My Mind Is Not Live, che ci fanno ricordare di questo Picturesque Matchstickable Messages un buon album di debutto. Un periodo quello della fine dei sixties, nella quale vale la pena riscoprire anche il secondo album del gruppo, prima della svolta hard rock con venature di blues degli anni 70 che vedra’ gli Status Quo, volenti o nolenti, riempire gli stadi di tutto il mondo.
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Lewis Tollani
12 set 06pretazzo
12 set 06dEDOLUZ
12 set 06santi_bailor
12 set 06ocram
13 set 06psychopompe
13 set 06AntonioFelice
10 feb 07Al primo disco degli status quo ne seguono altri veramente validi, a partire da Piledrivere, Hello, On The level, e Blue For You che contiene brani eccellenti come "Rain" e "Mystery Song" di Rossi e Parfitt. Provate per credere, ve lo dice uno che dei Quo ha tutta la collezione.
Kiss, Antonio
Cosmicboy
11 feb 07Nil
17 gen 08Album psichedelico a tutti gli effetti, peculiare ed ispirato.
Il disco è lontanissimo dal ruvido hard rock che il gruppo produrrà con enorme successo negli anni successivi, ma esprime la capacità di questa band di culto di produrre materiale di buona complessità e architettura musicale, anche al di là della musica hard.
Gli Status Quo all'estero sono una delle band più amate in assoluto, solo nel nostro paese non se ne sa gran chè. Stranezze italiane.
Una nota per Santi Bailor:
nel 2003 Liam Gallacher degli Oasis registrò una nuova versione del brano simbolo del disco, col nuovo titolo di "Scorpio Rising": ebbene, sembra a tutti gli effetti una canzone degli Oasis!
Questo la dice lunga, credo, sulla influenza prodotta da questa storica band su molte dele migliori band moderne.
Un grande ciao a tutti.
JohannesUlver
29 ago 08JohannesUlver
29 ago 08CLINT
14 feb 10tigree
14 apr 11Chi li critica non li conosce, chi li conosce li ama.
Chi li ama ha avuto la fortuna di passare più di 40 anni ad ascoltare il vero rock
Long live Status Quo. I migliori in assoluto
Turbitt
16 ago 17Pseudodionigi
5 gen 20Mi vengono in mente gli Spooky Tooth, i Deep purple di Book of T(2°ALBUM), July-pre Jade Warrior, Stalk Forrest group (pre-Blue Oyster ), volendo gli stessi Pink Floyd con Syd Barrett o i primi due dei Soft machine(anche se forse definirli psych è un po' riduttivo) e altri. cambiare è sinonimo di saggezza, si dice. Può darsi.