Gli Steamhammer sono una band di rock blues nata alla fine degli anni ’60. Quando hanno cominciato a imbastardirsi con il progressive e certe suite chitarristiche acide, il poco pubblico che li seguiva si è diradato ancora di più. Abbandonati nella loro terra d’origine d’Albione, hanno potuto resistere grazie ai fans dell’Europa del nord. Tedeschi soprattutto, coi quali hanno firmato un nuovo contratto discografico, dopo che alcuni componenti del gruppo se ne erano andati a causa delle scarsissime vendite dell’album precedente.Questo è l’ultimo album della band. Dedicato al batterista Mick Bradley, morto di leucemia mentre si ultimavano le fasi di mixaggio dei brani che avrebbero composto questo lavoro. Tre sono i brani. Il primo Penumbra dura quasi 23 minuti, diviso in vari passaggi. Gli altri due sono di 12 e 11 minuti. Pubblicato agli inizi del’72 è passato praticamente inosservato, anche perché stroncato dalla critica.

Nel 2003 è stato ripubblicato dalla Akarma Records. Devo ringraziare pubblicamente questa etichetta, perché opere misconosciute vengono riproposte oggi ripulite e con l’aggiunta magari di qualche brano grazie alla sua ricerca . Devo anche ringraziarla per avermi fatto conoscere quest’album, che in un periodo di uscite veramente noiose, tanto da farmi pensare che il rock stia per tirare le cuoia (anche se spero vivamente di no), mi ha fatto uscire dal presente in tutti i sensi. Primo perché mi ha riportato a sonorità classiche: batteria, chitarra elettrica, basso, che saranno retrò, ma che stuzzicano l’udito più di tante elettronicità e campionature e diciamolo pure tanti arrangiamenti che invece di esaltare il suono dei singoli strumenti, li appiattiscono in una musica di sottofondo. Secondo perché questa loro miscela di prog non tanto nella strumentazione, quanto nella composizione dei brani, ora con entrate e intermezzi di solo basso, ora con cavalcate acide heavy, ora con passaggi vocali quasi jazzicistici(pochi per la verità), non annoia mai. Il terzo brano è nella quasi totalità un assolo di batteria con il quale Mick Bradley vuole salutare la vita che di lì a pochi giorni gli verrà tolta dalla malattia. Poi più nulla. Gli Steamhammer si scioglieranno. Ancora oggi la critica lo definisce un album sconclusionato. Forse hanno ragione. Paragonandolo a ciò che viene immesso sul mercato. Lo consiglio solo a chi ama rischiare e credere che ci sia qualcosa d'altro.

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