Sarebbe veramente dramatico scoprire che il luogo che fa da sfondo al romanzo di Stephano Giacobini "L'isola degli uomini superflui" esistesse davvero. Sarebbe sconcertante, ma forse non così sorprendente. L'Isola (che non è in mezzo al mare ma nel folto della foresta) è un luogo in cui uomini straricchi, viziati e privi di ogni senso morale possono "acquistare" un altro essere umano (un Uomo Superfluo) e ucciderlo nella maniera che più aggrada, con sadismo e violenza, per puro diverimento o per scopi scientifici.
Un'organizzazione perfetta, degna della Spectre, rapisce i più miserabili abitanti delle favelas, ne annulla con feroci torture la personalità e li mette a disposizione di chi vuole provare l'ebbrezza di uccidere un uomo con le proprie mani, senza temere conseguenze, nella massima segretezza. Uomini Superflui, dunque, considerati poco più di oggetti.
A tanto potrebbe condurre la società attuale, divisa fra (pochi) ricchi, che diventano sempre più ricchi, e (tanti, tantissimi) poveri, destinati a divenire sempre più derelitti? Può il denaro arrivare al punto di dare un valore commerciale persino alla morte, che diventa un bene di consumo come tutti gli altri? A queste domande l'autore sembra voler dare una risposta, tutt'altro che rassicurante, con questo romanzo, che è un po' una metafora della nostra società.
Per fortuna c'è anche l'amore, che si incunea tra tanto odio con intensità pari alla violenza che si perpetra all'Isola, e che coinvolgerà alcuni fra i protagonisti. Ma l'amore non è forse una forma esasperata di egoismo? La più utile delle illusioni?
Bene e male sembrano rincorrersi all'infinito in questo thriller che non è solo appassionanate per i molti colpi di scena, ma fa anche riflettere sulla condizione attuale del genere umano e sulla natura dei sentimenti.
Tecnicamente è scritto molto bene, è scorrevole, anche se il lessico è talvolta un po' troppo formale e ricercato.
Curiosamente non c'è nessun nome geografico, ma i luoghi in cui si svolge la storia sono descitti in modo preciso, con indicazioni di piante e animali che consentono di identificarli, per chi conosce la geografia, o di imparare qualcosa per chi non è ferrato in materia.
Leggere questo romanzo può fare solo bene. Attenzione però a certe descrizioni particolarmente crude e violente, al limite dello splatter, che potrebbero turbare i sogni dei più deboli di stomaco.
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