"High Fidelity" di Stephen Frears, 2000
Riadattamento cinematografico di un best-seller di fine anni ’90.
Un film di Stephen Frears, forse ormai da considerare datato, considerando la velocità di produzione della “fabbrica” cinematografica, ma da tenere gelosamente nella propria personale cineteca di casa.
Uscito nel 2000, un film leggero e ben equilibrato, tra tensione emotiva e risate trascinanti, e tanta tanta musica (di quella da intenditori!). Ed è già il titolo a fornirci questo elemento.
Il tutto si svolge a Chicago all’interno di un negozio di dischi, il Championship Vinyl, dove si aggirano strani personaggi, tutti accomunati da una sfrenata passione per la musica di ogni genere. Qui il proprietario, Rob Gordon (J. Cusack) vive la sua tragedia d’amore quando la sua ragazza Laura, con cui ha convissuto, lo molla per un bislacco vicino di casa. L’abbandono lo spingerà a riesumare tutti i suoi fallimenti amorosi e a stilare una classifica delle più importanti storie d’amore della sua vita.
Tratto dal romanzo di Nick Hornby, edito nel ’95, ma con diversa ambientazione: qui la storia si svolge a Londra Nord ed è raccontata in prima persona dal protagonista. Racconto ben espresso sul grande schermo attraverso spiritosi ed emozionati monologhi di Cusack che guarda dritto in macchina. Questo e tanti altri elementi fanno di High Fidelity un ottimo esempio di riadattamento cinematografico di testi letterari, questa volta a cura dello stesso Cusack, insieme a De Vincentis e Steve Pink.
Vere protagoniste del film sono le Top Five, che rientrano in ogni dialogo e in ogni momento fondamentale della narrazione. Con Rob lavorano al negozio una strampalata e male assortita coppia di amici (il calvo Louiso e il frenetico Black), ovviamente “maniaci” del vinile, che non fanno altro che litigare sulla compilatura delle rispettive top-five o semplicemente sulla scelta azzeccata della compilation del lunedì mattina. Il metodo di classificazione musicale trascina Rob in un viaggio nel passato, alla ricerca dei motivi che ogni volta hanno determinato la fine di una sua storia: dal fondamentale primo bacio (a otto anni nel campo da giochi della scuola), alla seminale relazione, durante gli anni del college, con un’esuberante Catherine Zeta-Jones nella parte della ragazza bella e indipendente.
Un film attento ai particolari e strutturalmente trainato dai 59 accenni di brani musicali famosi e non, che donano alla narrazione un particolare dinamismo e un ritmo trascinante che spinge all’attenzione. Colmo di classiche tensioni e riflessioni tipiche della generazione dei trentenni, costantemente sospesi fra la ricerca di stabilità, nuove avventure e il rifiuto di ogni sorta di responsabilità.
Godibile e trascinante pellicola per tipiche serate da trascorrere in casa con amici, birra e pizza.
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