Siamo nel 1968. Dalle ceneri dei Jack London & The Sparrows, formazione dell'underground folkrock-beat canadese, in cui aveva militato inizialmente un certo Bruce Palmer (poi nei Buffalo Springfield), Joachim Fritz Kraudelat (in arte John Kay), tedescaccio profondamente attratto dal rock'n'roll americano, e il produttore degli Sparrows Gabriel Mekler decisero insieme di dar vita ad un nuovo progetto musicale. Vennero così richiamati due ex membri degli Sparrows, il batterista Jerry Edmontoun e il tastierista Goldy McJohn e poi inseriti il chitarrista prodigio diciassettenne Michael Monarch e il bassista Rushton Moreve. Videro la luce gli Steppenwolf (dal romanzo omonimo di Herman Hesse), mistura di sound Cream-oriented con venature bluesrock irrobustite da un drumming potente e chitarre taglienti e selvaggie, ad oggi quasi sicuramente il gruppo tra i meno riconosciuti in ambito rock, che registrò in soli quattro giorni questo cazzuto album di debutto. Infatti, purtroppo, se non fosse stato per la scelta di "Born To Be Wild" per la colonna sonora del film "Easy Rider", Kay e soci erano destinati a finire ingloriosamente come tanti altri nel triste dimenticatoio del rock. Ad ulteriore riprova di ciò è poi il fatto che i primi due singoli estratti dall'LP, ovvero "The Girl I Knew" e "Sookie Sookie", cover della premiata ditta Don Covay/Steve Cropper, non riuscirono a scalare le classifiche dell'epoca, passando un po' inosservate, nonostante energiche e suadenti.

In questo "Steppenwolf", uscito in pieno periodo psichedelico come vero e proprio fulmine a ciel sereno, selvaggio, senza fronzoli, diretto, sporco e dannato, spiccano perle di rara bellezza a partire dalla cover di Muddy Waters "Hoochie Coochie Man", blues essenziale e graffiante inacidito dall'hammond di Goldy McJohn, la dolcissima ballatona rock "Desperation", lo scoppiettante rock'n'roll "Berry Rides Again" che fa il verso a "Johnny Be Good" di Chuck Berry, la cover di Hoyt Axton "The Pusher", manifesto contro la droga, maledettamente triste e dritta al cuore. Per intenderci è la canzone che sottolinea in "Easy Rider" in cui Wyatt (Peter Fonda) e Billy (Dennis Hopper) hanno appena venduto una partita di cocaina a The Connection (Phil Spector) e stanno per cominciare il loro viaggio in motocicletta verso New Orleans. Senza dimenticare altri momenti bluesrock molto accattivanti ("The Ostrich") e svisionate psicodeliche (come nella già citata "The Girl I Knew") che contribuiscono a definire la cifra della proposta degli Steppenwolf, confezionando un platter di irrepetibile bellezza, sempre ben calibrata, che attinge alle origini, al momento storicomusicale imperante, ovvero la psichedelia, ma soprattutto offre spunti compositivi heavy e hard rock a molte band di là a venire. Fondamentale

Curiosità uno : "I like smoke and lightning/ Heavy metal Thunder/ Racing with the wind" è probabilmente stata fonte di ispirazione o punto di partenza - chiamatela come volete - per la dizione del futuro genere musicale di là a venire.

Curiosità due : Hoyt Axton, oltre che songwriter country (Heartbreak Hotel di Elvis è stata scritta da lui), è anche stato caratterista sullo schermo cinematografico e qualcuno di voi più attento di me (ihihih!) se lo può ricordare in Gremlins nel ruolo di Randall Peltzer, che poi acquista il piccolo Gizmo.

Curiosità tre : "Born To Be Wild" è l'unica canzone dell'intero pacchetto - oltre alle cover - a non esser stata composta da John Kay. L'autore è  accreditato come Mars Bonfire alias Dennis Edmontoun, ex Sparrows, nonché fratello di Jerry e, cosa ancora più interessante, inizialmente si dice non presentasse quel riffettone magnifico e fosse addirittura più lenta. Per fortuna qualcuno pensò bene di intervenire...ovviamente il resto è storia!

See Ya!

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