Un decennio nel sole.
E deve essere un sole bello splendente, quello che ha baciato la carriera degli Stereophonics. Band di certo non innovativa o sperimentale, ma che ha regalato al rock britannico momenti di grande songwriting ed un frontman carismatico e dotatissimo vocalmente come Kelly Jones.
Questo "Decade In The Sun: The Best Of Stereophonics" raccoglie le migliori cose licenziate dalla band gallese nell'arco della sua corposa carriera, più due nuove canzoni; il primo e splendido singolo "You're My Star", dotato di una melodia assai incisiva cesellata su di una base vagamente elettropop, e "My Own Worst Enemy", che suona come se Rod Stewart si divertisse ad eseguire una cover dei Foo Fighters.
Nel "cd 1" ci troviamo davanti a classici del repertorio di Jones e soci (si va dalla recente "Dakota" alla la loro hit-simbolo "Maybe Tomorrow" - ammaliante virata in territorio Simply Red -, per passare dal fresco trionfo di coretti di "Have A Nice Day") alternati alle schitarrate in libertà di "The Bartender And The Thief" e "More Life In A Tramps Vest" e a cose meno scontate come la cover di Mike D'Abo "Handbags And Gladrags" (contenuta in "Just Enough Education To Perform") oppure le delicatezze semi-acustiche di "Step On My Old Size Nines" ed "I Wouldn't Believe Your Radio".
I tanti pezzi che hanno donato il successo ai ‘phonics (in particolar modo in Gran Bretagna) ci sono, quindi, proprio tutti: da ricordare inoltre la cupa e martellante "Superman", le coinvolgenti "ballads da accendini" "Just Looking", "Traffic" ed "It Means Nothing", l'invettiva contro la stampa "Mr. Writer" e la sei corde pesante e fracassona di "Vegas Two Times".
Nel "cd 2" il discorso prosegue attraverso altrettanti pezzi che offrono un quadro interessante ed esaustivo della produzione "minore" del trio gallese: cose come il rock venato di soul di "Madame Helga" o la hit mancata "Not Up To You" (tra i migliori pezzi in assoluto dei tre "stereofonici") avrebbero certamente meritato miglior visibilità.
Per chi fosse interessato a conoscere meglio la produzione della band di Kelly Jones, il materiale qui proposto è ottimo ed abbondante.
Aspettando il nuovo disco, ripassare le gesta di questa band potrebbe risultare più che gradito.
Tracce chiave: "Dakota", "Maybe Tomorrow", "You're My Star", "A Thousand Trees", "Vegas Two Times", "Not Up To You", "I'm Alright (You Gotta Go There To Come Back)"
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