Capitan Uncino contro Peter Pan: la storica, epica, infinita, lotta. Ma Peter Pan è di più. Peter rappresenta da sempre il giovane che c'è in noi, che non vuole crescere o che rimpiange poi di essere cresciuto. Certo, la vita poi è un infinito paradosso; magari quando sei piccolo la tua età ti va stretta, quando cresci, però, ovviamente, avviene l'inverso.

Hook-Capitan Uncino è un qualcosa di speciale, quantomeno per chi scrive. Questo film rappresenta proprio il secondo punto precedentemente detto: la grande malinconia dell'uomo ormai adulto e cresciuto. L'uomo che vive una vita schematizzata, come nel perfetto schema occidentale: casa, figli, lavoro odiato e logorante. Però, a un certo punto, avviene l'imprevisto: tuo figlio viene rapito dal vecchio Uncino. Allora piano piano il passato torna, tutto torna. Quando eri il giovane capo dei bambini sperduti nell'isola che non c'è, e tutto volevi tranne che crescere.

Da quadrato ultra quarantenne, attraverso i ricordi riscopri quella che forse è la vera essenza della vita. Torni indietro alle vecchie battaglie, fino a tornare il capo dei piccoli ribelli spensierati. E di colpo la mente si libera di tutti quegli schemi e obblighi pressanti imposti dalla società. Quando però la vicenda si risolve, quando tuo figlio è tornato e sei riuscito a riportarlo tra le tue braccia dopo l'ennesima battaglia con Uncino, tutto torna alla vita di routine: casa-lavoro-famiglia.

Però qualcosa dentro cambia, e cambia per sempre. Ti eri dimenticato del passato, di quanto eri stato importante per un sacco di gente che senza di te non era più la stessa; senza di te, su quell'isola, niente era più lo stesso. Te sei ritornato Peter Banning, il ruolo di Pan lo hai lasciato ad un altro, un' altra storia, questa. Ma il Pan che c'è in te è ritornato, e questa volta non se ne andrà più. Stanne certo.

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