"Ecco, pure lui si è venduto al mercato musicale odierno. Pure lui ha voluto sfornare un album di facile ascolto per fare soldi ancora più facili". E' questo ciò che i fan più affezionati dell'eclettico Steven Wilson (sappiamo tutti chi è, non occorrono spiegazioni dai) avranno pensato una volta ascoltate "Pariah" e "Permananting", ovvero i primi due singoli estratti dall'ultima fatica in studio del Porcospino più geniale della musica intitolata "To The Bone". Si esatto, "fino all'osso". Perchè è questo che rappresenta quest'album. "To the Bone" è un viaggio interiore dell'artista, una fotografia a colori di quella che è stata la sua infanzia musicale, una fotografia scattata dallo stesso Wilson per rendere omaggio agli artisti che lo hanno accompagnato durante la sua esistenza. E' stato questo dunque a spingere un artista che ha sfornato piccoli capolavori del Prog (forse non poi così piccoli) come "Lightbulb Sun" o "The Raven that Refued to Sing" a cambiare rotta musicale. Non solo Progressive quindi, ma anche qualcosa di più semplice e immediato, senza per forza scendere a compromessi inutili. Perchè si, "To The Bone" altro non è che un album Pop, ma scritto con una classe e un amore decisamente difficile da trovare nel panorama musicale del suddetto genere. Scordatevi melodie ultra-sdolcinate, ritornelli scontati, batteria essenziale, parti strumentali noiose e testi zuccherosi e stupidi. Per l'ennesima volta, Wilson si circonda di musicisti fenomenali e da vita ad un album pieno di pathos, di emozioni, di colori e sensazioni positive. Dalla title-track, alla emozionantissima già citata "Pariah", alla stupenda "Refuge" ( a parere di chi vi scrive è il picco massimo del disco) all'energica "The Same Asylum as Before", l'album non perde colpi, anzi conferma (come se ce ne fosse bisogno) per l'ennesima volta le ENORMI capacità musicali di Wilson, capace di destreggarsi egregiamente con più generi senza mai cadere nel banale. "To The Bone" è un album Pop che non cade nemmeno per sbaglio nei soliti cliché del suddetto genere. E' un album scritto con classe che rimanda con la mente agli ABBA, a Peter Gabriel, ai Genesis periodo Collins, ecc...Tutti eroi giovanili dell'ex Porcupine Tree. Ancora una volta ha avuo ragione lui, alla faccia di chi lo dava già del venduto.

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