Preso dalla smania collettiva per la pizzica e dall'orgoglio generato dall'esposizione sui media della riscoperta della tradizione locale della mia amata Puglia, sono andato a seguire questo evento finale di una serie di concerti che coniugano la tradizione musicale salentina con la world music.

Quest'anno la direzione artistica è stata affidata a Stewart Copeland, ex-batterista dei Police.
A causa di una gestione del traffico in accesso non esattamente brillante mi sono perso sia il concerto di Uccio Aloisi, il Compay Segundo leccese, che mi avrebbe permesso di ascoltare la pizzica in una forma di impianto più tradizionale, sia un progetto curato da Giovanni Lindo Ferretti.
Riesco quindi a vedere solo il concerto principale nel quale si esibisce un ensemble di circa 30 musicisti, fra i quali il meglio degli artisti salentini, insieme alle voci di Raiz degli Almamegretta, Teresa De Sio e Nabil dei Radiodervish. Sul palco noto con piacere che suona anche lo stesso Copeland, per cui la sua presenza è ben più di un semplice adesivo promozionale.

Ciò che colpisce è comunque la dimensione dell'evento, nella piazza di Melpignano antistante lo splendido convento barocco c'è una folla enorme ed il palco è da grande evento.
Musicalmente siamo in pieno ambito world: le ritmiche popolari, cui Copeland opera una modernizzazione in chiave fusion, mostrano influenze arabe, ma richiamano anche il banghra indiano.
In ogni caso l'elemento tribale del suono dei tamburelli, il canto ossessivo e le melodie ipnotiche dominano ogni rilettura dei brani tradizionali, scongiurando il possibile effetto noia dell'operazione.
Ma la vera sorpresa della serata è sicuramente l'incredibile performance delle cantanti salentine, protagoniste di un'esecuzione solo vocale da brividi.

La risposta del pubblico è travolgente, sarà che il ballo popolare è diventato improvvisamente di moda...
Il concerto termina a notte inoltrata, ad onor del vero non tutto ha funzionato alla perfezione e forse le virate sulla fusion sono apparse a volte un po' forzate, ma l'effetto grande festa e la soddisfazione nel vedere anche qui realizzate iniziative di questa portata coprono ogni possibile sbavatura.

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